E’ senza dubbio giusto ricordare la Shoah, ma crediamo sia altrettanto giusto che la cosiddetta “Giornata della memoria” non lasci nel dimenticatoio i tanti genocidi che la follia del genere umano ha perpetrato nei secoli e di cui, ancor oggi, si sente parlare poco o per nulla.
Per questo noi il 27 gennaio vogliamo accomunare nel ricordo della Shoah:
il genocidio del popolo del Regno delle Due Sicilie con decine di migliaia di vittime civili eliminate dall’esercito sabaudo-piemontese e altre decine di migliaia deportate nel carcere di Fenestrelle sullo Stelvio di cui è stato cancellato anche il ricordo
il genocidio del popolo armeno, un milione e mezzo di uomini, donne, vecchi e bambini scientemente eliminati dal governo turco nel 1915;
i dieci milioni di pellerossa massacrati dagli americani nel corso del XIX secolo
i quattordici milioni di africani prelevati dalla loro terre e resi schiavi dagli americani per essere utilizzati come animali da lavoro. A questi si aggiungono le vittime dell’Apartheid in Sud Africa;
i sette milioni di morti in Ucraina dal 1935 al 1937 a seguito delle carestie provocate intenzionalmente dal regime stalinista in quello che era considerato il granaio d’Europa;
i quattro milioni di civili vittime dei bombardamenti terroristici alleati in Italia e Germania;
i tre milioni di civili massacrati per vendetta dall'Armata Rossa in Prussia, Slesia e Pomerania sul finire del secondo conflitto mondiale;
le vittime dei bombardamenti nucleari di Hiroshima e Nagasaki, inferti dagli Americani al solo scopo di testare i nuovi ordigni, quando il Giappone aveva già avviato le trattative per la resa;
i tre milioni di vittime civili dell'Armata Rossa nell'occupazione sovietica dell'Afghanistan a cui si aggiungono i morti civili dell’attuale occupazione americana;
i due milioni di cambogiani (su sei di abitanti) morti nel loro Paese trasformato dai Khmer Rossi in un immenso campo di concentramento e di sterminio;
le vittime decedute per fame e torture nei gulag comunisti di tutto il mondo (compresa la Cina con la quale l’Italia e l’Occidente intrattengono ottimi rapporti d’affari), stima oscillante fra i 200 e i 300 milioni di persone;
i desaparecidos, vittime della repressione anticomunista dei regimi filoamericani in Argentina e Cile e le migliaia di scomparsi per mano dei regimi golpisti in Grecia e Turchia negli anni ‘70;
i massacri in Ruanda, Etiopia, Congo e nel resto dell’Africa centrale per motivi tribali. In questi Paesi, una volta autosufficienti, manca il cibo, ma non le armi fornite a piene mani dagli occidentali che condizionano e sostengono i peggiori regimi dittatoriali per il controllo dei ricchi giacimenti minerari;
le teste mozzate della Rivoluzione Francese e le stragi in Vandea in nome della "libertà" e dei "diritti umani";
le vendette partigiane in Italia dopo la fine della seconda guerra mondiale;
le più recenti vittime civili dei bombardamenti americani e della Nato in Bosnia, Iraq e Afghanistan.
Per tutte queste vittime innocenti facciamo nostra la proposta, circolata in rete, tesa ad identificare una data che diventi un’unica grande e solenne ricorrenza dedicata a tutti gli olocausti del mondo e della storia eliminando al contempo le altre date “di parte” (27 Gennaio, 10 febbraio e 25 aprile) potrebbe così ricordare senza differenziare o, peggio, speculare, sulla sacralità ed uguaglianza delle vittime di fronte alla morte.
La redazione di Rete Sud
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