Non è vero che la gente del Sud è più intelligente di quella del Nord. È vero invece che è più buona. Quindi la signora Franca Ciampi, che lo ha detto giorni fa con gran scandalo, ha ragione e torto. La gente del Sud non è più intelligente altrimenti non si sarebbe fatta trattare come è stata trattata dall’unità d'Italia in poi. Ed è più buona perché, nonostante questo trattamento, ha consentito al Nord di passare da vittima e di avere privilegi come se il Sud fossero loro e il Nord noi.
E' inutile ripetere la
storia patria. Ma anche lo studioso meno benevolo verso il Sud sa che,
dal 1861 in poi, non c'è stata decisione presa dai vaii
governi che non abbia servito gli Interessi della parte più
forte del Paese e non quelli della parte più debole. E
sempre il Sud è stato costretto ad interrompere
ciò che stava facendo senza essere preparato alle
conseguenze.
Atto primo. Al momento dell'unità, il Sud ha una florida industria metalmeccanica, tessile, della carta, del vetro, dei pianoforti. Ma si difende dalla concorrenza col protezionismo: pesanti tariffe doganali sui prodotti esteri per farne aumentare i prezzi. Il nuovo governo abolisce queste dogane e l'industria meridionale crolla sotto i colpi dei prezzi più bassi degli altri: come oggi con la Cina.
Allo secondo. Crollata l'industria, il Sud sì concentra
sull'agricoltura, che ha uno sviluppo vertiginoso basato sulle
esportazioni favorite indirettamente dall'abolizione delle tariffe
doganali, che hanno creato un buon rapporto con gli altri Paesi. Ma
d'improvviso il governo ripristina quelle tariffe, perché
l'industria settentrionale ha bisogno di essere a sua volta protetta.
Dopo l'industria è distrutta anche l'agricoltura
meridionale, che non vende più un grammo por la ritorsione
degli altri Paesi che non comprano più. E sono distrutte le
banche, che perdono i soldi prestati per l'espansione della produzione.
Una «vigliaccata» verso il Sud disse il
meridionalista Giustino Fortunato. Con crescita ulteriore del
divario.
Atto terzo. A inizio 1900 occorrono leggi speciali a favore del
Mezzogiorno. Ma quando stavano dando i primi frutti, sulla spinta
centro-settentrionale alla ricerca di nuovi mercati l’Italia
si imbarca nella conquista della Libia. Finanze dissanguate, leggi
speciali interrotte e Sud che continua a non avere strade, ferrovie,
acquedotti, fognature, scuole, università. Guerra che
assorbe anche i sudati risparmi inviati dai nostri emigrati nelle
Americhe.
Atto quarto. L'Italia entra nella
prima guerra mondiale, arricchendo ovviamente l'industria
settentrionale, mica sì potevano sparare chicchi d'uva anche
se si potevano mandare i terroni a morire a Caporetto.
Atto quinto. Il fascismo, che nasce al Nord e sostiene il Nord. Grandi
opere pubbliche quasi tutte lì. E quasi tutta 1ì
anche la bonifica delle terre.
Atto sesto. Ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale.
Più difficile dove già c'era meno prima,
cioè al Sud. E intervento speciale al Sud fondato
soprattutto sul Piano Marshall, aiuti americani che avrebbero
dovuto aggiungersi, non sostituirsi a quelli dello Stato
italiano, come invece andò. Ecco perché chi parla
di soldi sprecali al Sud è disonesto: il Sud non
ebbe una lira in
più. E di quelle spese beneficiò
soprattutto l’industria settentrionale, che vendeva
al Sud o al Sud scendeva ad aprire fabbriche, spesso
: chiudendo dopo aver incassato i soldi.
E soprattutto dal Centro-Nord sono stati utilizzati gli
incentivi delle altre leggi più recenti «a favore
delle aree sfavorite».
Con tutto lo strombazzato intervento straordinario, lo Stato ha speso
al Sud non più dello 0,50 per cento del reddito nazionale,
molto meno di quanto speso per le casse integrazioni e per le
ristrutturazioni delle industrie del Nord. Mai, insomma, nella storia
dell'Italia u-nita, c'è stato un intervento soltanto per il
Sud, ma il Sud è sempre stato al traino di quanto si faceva
per il Nord.
E ora arriva il federalismo, cioè ciascuno si
tiene il suo: un federalismo che, se non sarà solidale con
le regioni meno sviluppate, toglierà loro anche gli ultimi
soldi dello Stato, lasciando ricchi i ricchi e poveri i
poveri. Reco perché la signora Ciampi ha torto e
ragione: meridionali tanto poco intelligenti da farsi schiacciare,
tanto buoni da non alzare mai la voce. E da l'arsi insultare da
Calderoli, il ministro leghista che ha parlato di razzismo verso il
Nord. Incredibile.
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