Con
questo dato occorrerà fare i conti volenti o nolenti
perchè la spinta
probabilmente non si risolverà con qualche ampolla d'acqua del
Volturno
- tanto per parafrasare recenti ritualità padane.
Grazie e tornate a trovarci.
È decisamente contento il leader di Mpa, Movimento per l'autonomia. L’ancora per poco europarlamentare dell’Udc e presidente della Provincia di Catania, Raffaele Lombardo rivendica di essere stato determinante per la vittoria della CdL: «Il Movimento per l’autonomia ha ottenuto il 20% dei consensi dell’elettorato catanese. L’esito è un fatto nuovo e decisivo non solo per la politica catanese, ma italiana». L’Mpa ha ottenuto questo risultato nel capoluogo etneo con quattro liste.
Ha spiegato Lombardo che «il nostro Movimento - è stato
decisivo per le elezioni del sindaco. E poiché il voto di
Catania ha valenza nazionale, vincola il governo a rispettare i patti
stipulati, il contratto con i siciliani». Lombardo però
afferma che il suo Movimento punta a «federarsi con un partito
nazionale. Dico no a un partito siciliano - ha aggiunto - ma anche no
al ritorno con la coda in mezzo alle gambe in cambio di privilegi
personali, come ci ha invece insegnato la storia politica siciliana. Il
nostro sarà un percorso difficile: dopo le offerte, so che ci
saranno le mine e gli ostacoli».
«USCIREMO DALL’UDC»
Sul rapporto con l’Udc, l’europarlamentare ha detto che «è stato reciso un cordone ombelicale: abbiamo rotto gli indugi e siamo scesi in campo perché nell’Udc il tema dell’autonomia territoriale non sembra possa nascere. Ci federeremo - ha annunciato Lombardo - con un partito che c'è o che nascerà, ma che sicuramente sarà all’interno della CdL ma che ci garantisca autonomia territoriale e parlamentare».
E ancora più precisamente: «Credo che a questo punto con
l'Udc stiamo seguendo strade separate, senza rancori e
risentimenti».
Lombardo ricorda che «siamo uomini di centrodestra, sosteniamo
Cuffaro in Regione e a Catania Scapagnini. Ci sono undici mesi di tempo
per porre le prime pietre di quel contratto per la Sicilia che abbiamo
posto al presidente Berlusconi i cui punti fondamentali sono la
fiscalità di vantaggio, il ponte sullo Stretto, la continuazione
dell’Obiettivo 1, le infrastrutture». Il presidente della
Provincia ha annunciato che oggi stesso sarà costituito
all’Assemblea regionale siciliana il gruppo dei deputati che
fanno capo al movimento per l’autonomia. «Queste liste non
possono essere definite civiche ma politiche, siamo la prima formazione
in città».
La prossima settimana Silvio Berlusconi tornerà a Catania per
festeggiare il successo della CdL alle comunali. «Quando gli ho
comunicato i primi dati e le sicure prospettive del successo della CdL
a Catania - ha detto l’ europarlamentare - Berlusconi non mi ha
subito creduto, e mi ha fatto diverse telefonate nelle ore successive
per avere conferma certezza del dato».
LA LEGA GUARDA CON INTERESSE
Il successo di Mpa ha destato l’interesse di Roberto Calderoli:
«Raffaele Lombardo è un nostro interlocutore naturale,
basta vedere come si chiama...». Calderoli accoglie il successo
del movimento autonomista di Raffaele Lombardo. «Lui - prosegue
Calderoli - assieme a una Lega della Calabria, una campana e una
pugliese, potrà fare una Lega del Sud. Poi noi al Nord e con un
partito unico si torna a vincere...». E tornando a ironizzare sui
cognomi, conclude: «Del resto non è un caso che il
sottosegretario siciliano alle Riforme si chiami Carrara, un cognome
tipico della bergamasca».
PERPLESSITÀ DELL’UDC
Dall’Udc arrivano critiche negative. «Lombardo pensa a una
federazione al livello nazionale con gli altri partiti, sul modello
della Csu bavarese ma rischia di ritrovarsi con un partito Forza
Catania». Lo afferma Ciro Alfano, deputato campano
dell’Udc, commentando l’addio dal partito di Raffaele
Lombardo. «Non capisco quale sia uno sbocco di una forza di
questo tipo, tenuto conto che la sua lista autonomista non ha avuto
seguito nel resto dell’isola, dove l'Udc resta una forza decisiva
sfiorando percentuali vicine al 18-20%.
La condotta di Lombardo rappresenta un mistero anche perché, se
fosse rimasto nel partito, in vista del congresso avrebbe potuto ambire
alla vice segreteria. Posso capire un certo rancore per il passato,
tuttavia - prosegue Alfano - vorrei ricordare che la Sicilia è
stata trattata bene: uno dei tre nuovi sottosegretari, Saverio Romano
è un uomo suo». Alfano, infine, non esclude che Berlusconi
possa aver giocato un ruolo nella scissione interna all’Udc:
«Capisco la capacità di attrazione che un leader come il
presidente del Consiglio possa avere, tuttavia credo che
l’alleanza in futuro possa vincere se sarà composta da
soggetti politici forti, non dilaniati al proprio interno».
AN E FORZA ITALIA: «È UNA SVOLTA»
Fabio Granata, portavoce del comitato per il “Sì” al
referendum sulla legge elettorale in Sicilia, nell’esprimere
soddisfazione «per una battaglia di coerenza e rigore condotta da
An, ma anche da molti altri colleghi di Forza Italia e dell’area
autonomistica vicina a Raffaele Lombardo», ribadisce che
«la conferma della riforma elettorale votata all’Ars pone
ancora una volta la Sicilia - così come per la legge 7
sull'elezione diretta del sindaco - all’avanguardia in Italia,
dove ancora si discute di sbarramento e quote femminili, che invece da
noi sono realtà».
Granata poi lancia un appello a Lombardo e ai
“neoautonomisti”: «Un primo segnale deve darlo in
settimana la nostra giunta di governo, revocando le concessioni
petrolifere ad una società texana. Su questo chiedo a Lombardo e
a coloro che sono impegnati per un neoautonomismo, o comunque per la
regionalizzazione dell’iniziativa politica, di appoggiare questa
e altre grandi battaglie per lo sviluppo sostenibile e per la difesa
del territorio».
ENZO BIANCO: «PARTITA APERTA»
Anche per il candidato del centrosinistra, Enzo Bianco, «le
quattro liste dell’ europarlamentare Raffaele Lombardo sono state
decisive per la rielezione a sindaco di Scapagnini a Catania».
Bianco sostiene che il Movimento per l’autonomia «ha
frenato l’emorragia di voti dalla Casa delle libertà, dove
invece An e Fi perdono in modo clamoroso. Scapagnini e il centrodestra
- ha detto il parlamentare della Margherita - hanno vinto a Catania, ma
il centrosinistra va avanti in Sicilia.
Anche in questa città perché - ha spiegato Bianco - nel
2001 la Cdl aveva un vantaggio alle regionali a Catania di 40 punti
percentuali, nel 2003 nelle provinciali del 33%, il vantaggio è
sceso nel 2004 al 12,5% e ora la distanza tra me e Scapagnini si
è molto ridotta».
Secondo il presidente del Copaco sui Servizi segreti, dal punto di
vista politico «Catania si presenta come una città divisa
a metà, perché - ha aggiunto - la differenza tra le due
coalizioni è di 6,5%. Il risultato elettorale - ha osservato
Bianco - dimostra che in Sicilia la partita è aperta. I
risultati di Enna e di altre città dell’isola dimostrano
chiaramente che anche qui in Sicilia l’Unione è ormai a
ridosso del centrodestra. Questo significa che anche da noi per le
prossime elezioni regionali e nazionali la partita è
aperta».
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