Con
questo dato occorrerà fare i conti volenti o nolenti
perchè la spinta
probabilmente non si risolverà con qualche ampolla d'acqua del
Volturno
- tanto per parafrasare recenti ritualità padane.
Grazie e tornate a trovarci.
PALERMO
E' considerata il laboratorio della politica e ancora una volta la
Sicilia conferma questa sua propensione alla sperimentazione. Dalla
regione, dove la Dc batte nel cuore, parte una nuova crociata: quella
dell'autonomia. A issare lo stendardo è Raffaele Lombardo, il
vero vincitore delle amministrative.
Se Umberto Scapagnini ce la farà a Catania, il merito è
dell'anima ribelle dell'Udc, che, dopo aver tenuto sulla corda Follini
e i suoi colonnelli, adesso si appresta a sferrare un altro colpo
mostrando i muscoli a Fi e An. Il suo «Movimento per
l'autonomia» con quattro liste civiche ha inondato di voti
Scapagnini, portando a casa un risultato inaspettato. Ai primi dati
rastrellano oltre il 20%, riducendo ai minimi termini (4%) l'Udc.
Quella che era la richiesta di una maggiore autonomia dei centristi
dell'Udc siciliana rispetto a Roma, si è così trasformata
nell'idea di un movimento a sé che minaccia di soppiantare l'Udc
e di diventare il dominus del bipolarismo in Sicilia.
Lombardo non ne fa un mistero: «Con questo esperimento politico -
avverte - abbiamo lanciato una straordinaria ciambella di salvataggio
non tanto a Scapagnini quanto a Berlusconi». Il messaggio
è chiaro. D'altronde Berlusconi sa quale sia il peso di Lombardo
in Sicilia, il numero di voti che riesce a muovere e la sua
abilità politica, tanto da volerlo al suo fianco nel tour
catanese alla vigilia del voto.
«Credo che alle elezioni comunali il ruolo delle nostre liste sia
stato decisivo per fare tenere il centrodestra», rincara Lombardo
che non perde tempo in quella che sembra già una resa dei conti.
«C'è una profonda delusione nei confronti delle politiche
del governo - incalza - come alla vigilia del voto nazionale del 2001.
Ma questa volta gli elettori invece di esprime un voto di protesta si
sono assunti la responsabilità di imboccare la strada
dell'autonomia».
E' presto per pensare a un partito del Mezzogiorno ma «è
necessario creare un movimento con persone ponte a rompere con il
centralismo romano». Il progetto punta dritto al cuore dell'Udc
con il quale Lombardo cerca «un rapporto federativo che ci
consenta di mantenere la centralità dello sviluppo della Sicilia
e autonomia del partito siciliano nell'espressione della rappresentanza
parlamentare».
Al suo fianco non c'è solo Totò Cuffaro, «le liste
civiche di Lombardo hanno tirato la volata a Scapagnini», ma
anche pezzi di An, capitanati da un colonnello doc, Nello Musumeci.
«Questo risultato - dice l'esponente della Destra sociale di An -
dimostra che la strada da seguire è quella dell'autonomia dal
centralismo dei partiti. Io contesto contesto la convinzione che ogni
scelta debba passare da Roma. E' sull'autonomia che bisogna
lavorare».
Insomma un terremoto politico che si abbatte su Cdl e Udc.
Tant'è che i follinani che hanno sfidato la coppia
Cuffaro-Lombardo gridano allo scandalo. «Non possiamo più
frantumare la politica in liste espressione di interessi localistici -
dicono i deputati Filippo Drago Giampiero D'Alia e Massimo Grillo -
L'Assemblea regionale si occupi di introdurre lo sbarramento del 5%
anche per le elezioni amministrative». E rilanciano una Udc
«forte ed autorevole in Sicilia come nel resto d'Italia».
Ma sul carro dell'autonomia è ormai bagarre. «Dietro le
numerose liste che hanno sostenuto Scapagnini - dice Salvatore Grillo
del Pli - vi sono i fermenti autonomistici, i laici riorganizzati nel
Pli e nel nuovo Psi, nuovi raggruppamenti che pure hanno radici
antiche.
A Catania il malessere del centrodestra è stato riassorbito
all'interno di un disegno unitario a differenza di quanto è
avvenuto nel resto d'Italia». Il vento moderato spira forte anche
nell'Unione.
La Margherita sale al 15% e conquista Enna, strappata alla Cdl.
Salvatore Cardinale, leader del partito in Sicilia, mostra i muscoli
agli alleati, facendo pesare il ruolo della Margherita.
Un'affermazione che sarà decisa nella partita che si
aprirà nei prossimi giorni, quando l'Unione si
confronterà sul candidato da presentare alle prossime regionali.
E Ferdinando Latteri, ex Fi, e leader della Fed voluto con forza da
Cardinale, a questo punto sembra il favorito.
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