In questi giorni, la cronaca maligna ha snocciolato, uno dopo l'altro, una serie di avvenimenti piuttosto singolari. Il cartellone immaginario di una sorta di «Estate a Napoli» alla rovescia, delta quale avranno da compiacersi ben poco le molte famiglie rimaste in citta. A Mergellina, la messa in opera dei nuovi e sospirati pontili viene bloccata dal Consiglio di Stato e, subito, il giorno dopo, tornano a farla da padroni gli ormeggiatori abusivi.
A Bagnoli, dopo averne accertato l’inquinamento, si decide che la
spiaggia sia pudicamente nascosta sotto un manto di prato
all’inglese. Sintetico, peraltro. Al molo Beverello, il
pubblicizzatissimo progetto di un sovrappasso pedonale. che costeggi il
Maschio Angioino per tutto il tempo dei lavori della metropolitana di
piazza Municipio. torna precipitosamente nel cassetto, essendo stato
bocciato dal sovrintendente Enrico Guglielmo.
Tre semplici incidenti di percorso? Forse. Ma con un punto in
comune. Con ogni evidenza, gli amministratori comunali e, per
quanto riguarda la questione dei pontili, l'Autorità portuale,
non hanno fatto le cose per bene. Se un progetto viene rigettato dalla
Sovrintendenza ai Beni architettonici, dal Tar, dal Consiglio di Stato,
qualche problema dovrà pur esserci. Se una folla di
bagnanti viene plastificata da un giorno all'altro, il minimo che si
possa dire e che chi di dovere mancava delle informazioni necessarie.
Come che sia, si tratta di infortuni significativi.
E per quanto un sovrintendente possa essere particolarmente rigoroso (e
perfino conservatore, come dice qualcuno), resta il fatto che
valutare la praticabilità in termini storico-paesistici delle
nuove opere urbane è una sua precisa competenza. Sicché,
forse, sarebbe stato opportuno che i Nerli e i Papa discutessero
preliminarmente con Guglielmo la qualità e rimpallo dei loro
progetti, senza attendere la doccia fredda della bocciatura. E, forse,
per quanto riguarda il sovrappasso di molo Beverello, meglio sarebbe
stato partire con un'idea precisa e motivata e non — com'e invece
accaduto — oscillare tra ipotesi di massima (scavalcamento di via
Acton) e ipotesi di minima (percorso di piazza Municipio). incertezze
che spiace dirlo sembrano il segno di una certa improvvisazione.
Quanto alla fine ingloriosa di quel che continua a chiamarsi, senza un
filo di ironia. l'Arenile di Bagnoli, stupisce — e preoccupa
— che le componenti ambientaliste del centrosinistra
siano arrivate con tanto ritardo alla scoperta di una
situazione di grave inquinamento. Ed è fin troppo
facile avanzare il sospetto che ai bagnanti. oggi messi
paternalisticamente ad abbronzarsi sul finto prato al l'inglese
verrà spiegato — un giorno o 1'altro —
come anche l'acqua in cui sguazzano non sia. tutto sommato,
il massimo della purezza. Con la prospettiva di doverli rifornire di
(costosissime) tute da sub. Da Grazia Francescato o da Alfonso Pecoraro
Scanio, francamente, ci saremmo aspettati una maggiore
sensibilità verde.
Intendiamoci. Non sta scritto da nessuna parte che, per qualche
recondita ragione, politici e amministratori siano esenti da errori. Ma
scivolare su una buccia di banana ogniqualvolta si ,prende
un'iniziativa non e segno di grande efficacia di governo. Ne le buone
intenzioni possono essere Tunica carta che, alla fine, resta tra le
mani del sindaco e della sua giunta. Quelle non si negano a nessuno. Ma
neppure bastano a costruire la pubblica felicità. La stagione
bassoliniana di Palazzo San (Giacomo fu accusata di decisionismo.
Questa sindacatura di Rosa Russo lervolino sembra scevra da simili
pericoli. Fino al punto di essere troppo poco incisiva e, certe volte
almeno, di non avere le idee chiare.
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