A Bassolino, del federalismo, non gliene frega niente. E gliene può fregare visto che il federalismo non sa neanche da che parte si guarda. La storia politica di Bassolino muove dal partito comunista, quello vero, quello che si chiamava Pci ed era il più corposo partito comunista d’Occidente.
Bassolino, in quegli anni di militanza politica, non era
l’Anthony che oggi va in America con uno stuolo di persone, di
nani e ballerine, per rendere omaggio ai paisà di
Broccolino. A salutare gli emigrati in terra newyorchese in occasione
del Columbus day e della più imponente festa organizzata dalla
Comunità italoamericana, ci vanno anche le Regioni della
Padania: ma con meno persone a seguito e un bel po’ di
sobrietà e classe in più.
Ops... ma che ho detto! Ho parlato di Padania al Re di Napoli: per lui
- citiamo le sue parole di ieri l’altro - la Padania non esiste,
esiste solo il Mezzogiorno. Che il Mezzogiorno esista, noi non lo
mettiamo in dubbio: con tutti i soldi che ha portato via al Nord... Ma
ormai sono soldi passati, sono il malcostume che ci piacerebbe
declinare al tempo passato.
Torniamo al federalismo che Bassolino dice di rivendicare e alla sua
iniziativa che È passata per lo più inosservata.
L’altro ieri, ‘o Sindaco ha riunito i presidenti delle
giunte regionali del Sud con lo scopo di creare un coordinamento delle
Regioni meridionali per scrivere un piano (d’attacco) da
sottoporre al Governo. Detto con le loro parole: un soggetto creato con
lo scopo di pianificare programmi comuni che consentano al Mezzogiorno
di diventare una priorità nazionale.
Detto con le nostre: un soggetto nato per un’altra pappata.
Pensate che gli manchi la faccia tosta per farlo? Ma va... hanno
approvato un massiccio incremento di consiglieri regionali, non si
fanno problemi a intruppare consulenti vari per ogni cosa o a chiedere
ancora i finanziamenti per il terremoto dell’Irpinia o a mettere
sul gobbone dei contribuenti lo smaltimento dei rifiuti campani. Che
problemi volete si facciano per chiedere a Roma o a Bruxelles altri
contributi a pioggia?
Non lo dicono ma l’idea È quella di una
“Borbonica”, un Regno delle Due Sicilie aggiornato ai tempi
moderni. Il che potrebbe anche non essere una cattiva idea se fosse
sostenuta da una spinta responsabilmente federalista. Ma cosi non
è perché 1) il federalismo serve per snellire lo Stato
centrale da strutture intermedie qual è questo coordinamento e
non viceversa come hanno fatto Bassolino e soci; 2) perché
il federalismo mette in risalto le differenze dei singoli territori, le
loro eccellenze culturali ed economiche: il coordinamento di Bassolino
mette loro un coperchio sopra; 3) perché invece di riportare
alle Regioni competenze (come vuole la riforma di questo governo e la
devoluzione), il coordinamento riporta a Roma i problemi nella speranza
che Roma li risolva.
Questo film l’abbiamo visto per troppo tempo e onestamente non
aspettiamo la replica. A scanso di equivoci, lo ribadiamo. Attenzione
al Sud significa: individuazione dei bisogni e delle esigenze del
territorio e della sua economia (turismo, terziario, agricoltura su
tutto), equa ripartizione dei finanziamenti pubblici non a fondo
perduto, creazione di strumenti di sostegno come la Banca del Sud di
tremontiana concezione.
Di tutto questo non c’è traccia nel progetto di Bassolino
e degli altri governatori meridionali. La loro macroregione del Sud (di
cui il professor Gianfranco Miglio aveva gia messo i confini
politici oltre che geografici) non rompe il muro del centralismo
romano, non è sostenuto da un’idea federalista ma, al
contrario, è un’alleanza per drenare soldi e finanziamenti
pubblici. A Roma o in Europa. E’ insomma il piagnisteo sudista, a
privilegio dei pochi, degli spreconi e di chi non ne vuole sapere di
svezzarsi dalla mammella romana. A Napoli si dice “chiagne e
futte”, piangono e grattano...
C’è poi un altro aspetto che ‘o Governatore ha
studiato, creando questa operazione del coordinamento:
un’operazione tutta politica e personale. Lo spazio interno ai Ds
e all’Unione, per Bassolino, non è centrale come lui
vorrebbe; è marginale.
‘O sindaco non ha alcuna intenzione di finire come Cofferati, il
Cinese che sembrava potesse spaccare il mondo trascinato dai movimenti
e che invece ora è già in crisi in quel di Bologna.
Vuole contare su una base che non lo abbandoni, su una base solida e
meno girotondina.
Così si è messo in testa di poter fare il Bossi del
Sud, il capo-popolo di un elettorato localizzato da aizzare contro la
riforma del governo. Ecco perché, Bassolino veste i panni del
Masaniello, pizzica la pancia del meridione assistenzialista e fa lui
il Capo del federalismo con la pummarola n’coppa.
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