Con l'incontro di ieri pare diventa-re operativo il coordinamento fra i presidenti delle Regioni del Sud. II fatto che i governatori si confronti-no 6 in s6 un fatto politico rilevante. Ma pub esserlo di più se da queste riunioni sortiranno proposte artico-late, attività comuni. Per contare nella politica nazionale, il coordinamento deve impegnarsi sulle grandi questioni "tecniche". Consolidare la fiducia reciproca, ma finalizzarla ad azioni comuni e obiettivi precisi. La prima grande area di attività non pub che riguardare l'attuazione della Costituzione.
Non sappiamo che fine farà la nuova proposta che contiene la
cosiddetta devolution all'italiana. Ma comunque vada, l'attuale testo
costituzionale richiede una lunga e complessa attuazione. Vanno
definiti, con una discussione articolata tecnicamente e "alta"
politicamente, gli standard delle prestazioni civili e sociali di cui i
cittadini devono potersi giovare. Anche in base a questi diritti
garantiti va fissato l'ammontare delta perequazione: cioe delle risorse
che, come in tutto il mondo, il bilancio pubblico trasferisce dalle
Regioni e i cittadini più ricchi a quelli meno ricchi.
La seconda grande area di interesse del coordinamento non che essere
quella dei trasporti ferroviari, le autostrade del mare, le red a banda
larga, la ricerca e l'università. Non si tratta di determinare
un ulteriore livello decisionale, ma di favorire il coordinamento fra
il livello nazionale, a cui moke scelte in queste materie non possono
che essere prese, e i livelli regionali.
La cooperazione interregionale su grandi progetti di interesse comune
non e certo uno specifico meridionale. E la normalità tanto in
grandi nazioni federali come il Messico, tanto in paesi che si vanno
decentrando, come il Regno Unito, in cui le autorità regionali
(tecniche e non politiche) costruiscono visioni comuni, come nel nord
dell' Inghilterra.
La terza ovvia area di interesse sono le materie di potestà e
interesse regionale. Occorre continuamente ricordarsi quan-to ciascuna
regione può apprendere dai successi e dai fallimenti delle
altre, non limitando questo confronto alle sole Regioni del Sud: c'e
moltissimo da imparare da successi e fallimenti in tutta Italia.
Incontri fra presidenti e assessori sulle politiche del lavoro, sui
sistemi regionali di trasporto collettivo, sulla gestione del ciclo dei
rifiuti, possono essere della mas-sima importanza.
Molto avrebbe da imparare Vendola, alla luce dell'antidiluviana
situazione del trasporto pubblico in Puglia, dalle esperienze campane
della pas-sata legislatura. E molto potrebbe imparare la Campania in
aree in cui il governo regionale e stato meno efficace.
Tutto ciò suggerisce un'implicazione. Il governo delle regioni e dello sviluppo non si improvvisa. Ai presidenti non può bastare una comune volontà politica.
Serve un pensatoio. Che unisca le esperienze, fornisca alla politica
concrete materie su cui prendere decisioni. Una strut-tura snella, a
rete con i tanti che a Sud e Nord hanno le conoscenze cruciali, in
grado di produrre - nella tradizione dei tink-tank europei - i "policy
papers" che con competenza e onesta illustrano che si pub davvero fare.
Infine, l'ambizione. Un "partito del Mezzogiorno" non serve proprio.
Pu6 essere controproducente. Pericoloso politicamente se contribuisce a
disegnare un’asse del Sud contro un'asse del Nord. Non potranno
che scontrarsi, ad esempio sulle risorse finanziarie. E tutti
perderemmo.
Benissimo hanno fatto i presidenti ieri a chiarirlo. Ma io suggerirei
un'ambizione maggiore: provare a governare non solo le proprie regioni,
ma l’intera Italia, a partire da Sud. Disegnare l'attuazione
costituzionale non guardando all’interesse del Sud ma
all'equità e all'efficienza dell'intero paese. Facendo proposte
ac-cettabili per tutti, da Sondrio a Siracusa.
Difficile? Difficilissimo. Ma se i nuovi presidenti non saranno
contemporanea-mente realisti e straordinariamente ambiziosi fosse
produrranno poco. Alla deriva dell'economia italiana, questa volta, il
Sud potrebbe dare un contributo sorpren-dentemente positivo. Le crisi -
specie le gravi, come 1 attuale - sono anche straordinarie finestre di
opportunità.
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