Il mare non bagna Napoli». Il titolo del libro più famoso di Anna Maria Ortese diventa grido disperante quando si naviga lunga la costa vesuviana. Bordeggiando tra scheletri di industrie che non sono più tali e orribili colate di cemento illegale che hanno invaso e deturpato la strada che i viaggiatori del Grand Tour battezzarono del Miglio d'oro per la bellezza dei luoghi, si ha una percezione più netta di quella provata lungo la costa flegrea e a Posillipo: tra Napoli e il mare e stata alzata una barriera. Che solo ora. a causa del crollo dell’illusione industriale. comincia a sbriciolarsi.
In barca, scortati dall'architetto Fabrizio Mangoni che per conto della
Tess e del Miglio d'oro ha coordinato il Piano strategico della costa,
viviamo sensazioni che cambiano di spiaggia in spiaggia.
Sono gradevoli a Pietrarsa, anche se intrise di rimpianto per le
occasioni mancate, ma sono di segno opposto al Granatello che pure fa
rima con gioiello e tale potrebbe essere se solo imparassimo a voler
bene al mare. E sarà così fino alla foce del Sarno e
all'albergo che si e insediato a Pozzano realizzando U più
massiccio investimento pubblico-privato del Mezzogiorno, settanta
miliardi a quota. E una scia di polemiche spesso pretestuose.
Ma procediamo per ordine seguendo la scia non certo profumata che
lascia la nostra barca. “Le officine di Pietrarsa”, spiega
Mangoni, irraggiungibili da terra devono avere un accesso da mare e un
collegamento con le Ferrovie dello Stato che potrebbero diventare il
braccio costiero del metro regionale. Sono state progettate cinque
stazioni nuove, ma e'e bisogno di un arredo a misura turistica.
Qui e altrove, nel corso della breve crociera, la fantasia fertile e
sapiente della nostra guida ci farà sognare ad occhi aperti. Per
Pietrarsa e il Granatello. ad esempio. l'architetto immagina di
ingaggiare Santiago Calatrava per commissionargli una serie di ponti
architettonici che collegano la terra e il mare, con giardini ed altre
amenità mediterranee.
Mangoni. che non si innamora delle parole ma ha le idee ben chiare,
indica un punto lungo il litorale porticese. Qualcosa di nuovo si sta
realizzando, il lungomare cammina reggendosi sul gigantesco collettore
i che precede quasi dentro 1'acqua. Cosi si conquista la linea di
costa, dopo i disastri , che sono stati combinati, e ci riappropria j
mo delle spiagge utilizzando bene i venti i miliardi che sono stati
stanziati per Ercolano, Torre del Greco e Castellammare.
La chiave di tutti i discorsi, insomma, è il piano, un'idea
sovracomunale che superi la cultura del municipalismo esasperato.
Mentre siamo impegnati in questi discorsi a meta strada tra il
possibile e il fantastico, ci appare la sagoma gentile di Villa Del
Beuf e più avanti quella della Reggia con il suo giardino
monumentale. Ecco le occasioni mancate. Villa Del Beuf e
l’edificio della Peschiera borbonica devono diventare strutture
ricettive al servizio di un nuovo progetto che trova il suo punto di
raccordo nella Reggia.
Nello spessore del muro borbonico, si deve sperimentare il turismo del
terzo millennio utilizzando al meglio il porto storico del Granatello e
quello moderno nell’area davanti alle concerie e alle ex officine
Fiore dove si insedierà l’Università. Certo, serve
un bel po' di coraggio perchè bisogna buttare via quei piccoli
sconci spuntati come funghi e restaurare le cose belle sopravvissute.
Che, per fortuna, sono ancora tante.
Tra i pochi esempi virtuosi c’è l'utilizzazione dl Villa
Bruno che gia ospita una libreria di successo alla quale si
aggiungeranno un caffé letterario, una enoteca con annesso Museo
del vino e una piccola foresteria. Cominciamo a sognare, non fa male.
Il mare del pomeriggio e più fresco e chiediamo alla nostra
guida se e possibile immaginare un ritorno alla belle epoque del Miglio
d'oro. “Questa è la strada”.
Un passo avanti lo faremo con Villa Aprile che Ferlaino farà
diventare un resort con annesso centro di benessere, ma il sogno
è un altro, un percorso attraverso l'agricoltura vesuviana, i
suoi fiori, villa Favorite, gli scavi di Ercolano che potrebbero
raddoppiare il numero dei violatori, villa dei Papiri. Con approdo al
bosco reale. Un business da 800mila visitatori l’anno.
La barca accelera verso Torre del Greco ma la fantasia corre ancora
più veloce. E si aggrappa a Bohigas e ad Alvaro Siza, i profeti
della nuova scienza turistica. Entriamo nel piccolo porto di Torre del
Greco e qui e'e la prima proposta: per liberare la rada invasa dalle
piccole imbarcazioni da diporto — quelle fino a sette metri
— si potrebbe costruire a terra una griglia gentile con deci-ne
di box. Le barche verrebbero prelevate dal mare con un braccio di gru e
rimesse nel posto loro assegnato al termine di ogni uscita.
Non c’è da storcere il muso per queste proposte, bisogna
solo saperle e volere applicare. A Barcellona si sono inventati il mare
finto, noi potremmo fare altrettanto utilizzando al meglio quei
laghetti che la spiaggia forma nell'arenile dei lidi storici torresi,
dall'«Incantesimo» al Lido Azzurro». Tutto quello che
è stato stoltamente abbandonato può ridiventare oro,
anche quei silos di cemento che quasi ci investono con la loro mole e
che hanno provocato I'insabbiamento della spiaggia.
La meraviglia aumenta nella zona archeologica di Villa Sura, con le
masserie in disarmo e la torre di Bassano che non riesce a coprire la
vista di un altro »mostro» di cemento lasciato a marcire.
Il piano della costa può valorizzare il ciarpame e imprimere una
sterzata allo sviluppo segnato dall'inerzia politica e dalla prepotenza
della camorra. Che può impedire la nascita di un parco tematico
per la valorizzazione dei fiori nelle officine ferroviarie di Santa
Maria La Bruna. ma non l'insediamento di strutture ricettive negli ex
Mulini Marzoli e, in quell'oasi miracolosamente scampata al disastro
che è la “piccola Cannes” — Mangoni la chiama
cosi tra le Terme Nunziante di Torre Annunziata, il molo di
soprafflutto e Villa Inglese dove se chiudi gli occhi ti sembra di
essere sbarcato su una isoletta greca.
Avviandoci al termine del nostro viaggio il discorso diventa più
impegnativo. E incoraggiante. Il grande porto turistico di Marina di
Stabia (1400 post! barca) sarà pronto nella prossima primavera e
potrà cambiare, insieme al ridisegno del lungomare che
Massimiliano Fuxas ha già disegnato lungo i quattro chilometri
della bellissima costa riconquistata e all’insediamento turistico
di Pozzano, il futuro di Castellamare. E di Pompei offendo
prospettive nuove ai croceristi condannati all’inferno della
statale sorrentina.
L'ultima immagine è la sintesi ideale di quello che abbiamo
detto: i pescatori di Rovigliano depongono le reti nelle acque in
prossimità della foce del Sarno.
Non è un bel vedere, anche se la situazione è migliorata.
E Fabrizio Mangoni ci regala l’ultima speranza. il mare
può di nuovo bagnare Napoii.
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