LE EVIDENZIAZIONI SONO NOSTRE - WEBMASTER 2 GIUGNO 2006 |
Nella media complessiva i redditi pro capite possono risultare anche elevati e molte famiglie con due o più percettori di reddito godono di una situazione soddisfacente, ma nel Mezzogiorno e in altre zone in molte famiglie vi è un solo percettore di reddito e un numero consistente di famiglie (circa 650 mila, di cui più di due terzi nel Mezzogiorno) è, come suol dirsi, senza occupati.
Ci sono oltre 4 milioni di lavoratori a basso reddito (al di sotto dei
700 euro mensili), di cui circa 1,5 vive in famiglie in condizioni di
disagio economico. Si tratta in prevalenza di giovani con redditi da
lavoro autonomo; ma bassi redditi da lavoro sono anche presenti tra i
dipendenti con orari standard e a tempo determinato.
Il fenomeno dei bassi redditi da lavoro è più frequente
tra le donne (28 per cento contro il 12 degli uomini), tra i giovani al
di sotto di 25 anni (36 per cento), tra le persone con un grado di
istruzione inferiore alla licenza media (32 per cento) e tra i
lavoratori che operano nel settore privato (21 per cento contro il 5
degli impiegati del settore pubblico).
I redditi da pensione costituiscono una fonte importante — in
alcuni casi prevalente — per molte famiglie (circa un terzo del
totale beneficia di soli redditi da trasferimenti pubblici). I livelli
medi sono però diversi nelle aree del Paese: al
Nord le famiglie beneficiano di importi maggiori (pensioni di
anzianità e vecchiaia) che permettono anche trasferimenti
intrafa-miliari a beneficio dei più giovani (soprattutto se "precari" o con occupazioni a basso reddito).
Nel Mezzogiorno, invece, i redditi da pensione sono un'integrazione di
quelli da lavoro nei casi più favorevoli; nelle famiglie in cui
questi rappresentano invece la principale fonte di reddito si osservano
situazioni di povertà. Per le famiglie degli anziani, insieme ai
trasferimenti pubblici, anche il possesso dell'abitazione rappresenta,
di fatto, un forte elemento di "protezione sociale".
Infatti, se si tiene conto del possesso della casa nel calcolo del
reddito, la disuguaglianza si riduce. Il costo dell'abitazione incide
in misura maggiore per le famiglie dei giovani. Sono soprattutto queste
famiglie a vivere in affitto (pagando in media nel 2004 oltre 500 euro
al mese). Tra le famiglie proprietarie delle abitazioni che pagano un
mutuo (circa il 13 per cento), sono ancora una volta le famiglie
giovani che più frequentemente (oltre il 30 per cento) devono
sopportare questo costo indubbiamente rilevante per il bilancio
familiare. In questo contesto appaiono evidenti le difficoltà
dei giovani e la loro esitazione a formare nuove famiglie è
ovvia.
Il numero di famiglie e di persone relativamente povere (individuate
sulla base di un valore convenzionale del livello della spesa per i
consumi) si è modificata poco negli ultimi otto anni.
Tali informazioni sono importanti per capire quando la
vulnerabilità si trasforma in povertà. In termini
generali si può dire che la povertà relativa è
concentrata nel Mezzogiorno, nelle famiglie con un elevato numero di
componenti, tra gli anziani soli, nelle famiglie con disoccupati. Si
possono individuare quattro gruppi caratteristici di famiglie povere:
le coppie anziane (circa il 33 per cento del totale delle famiglie
povere), le donne anziane sole (circa il 20 per cento), le famiglie con
persona in cerca di occupazione nel Mezzogiorno (circa l'8 per cento) e
le famiglie con lavoratori a basso profilo professionale (quasi il 40
per cento).
Il disagio economico si traduce anche in situazioni di deprivazione
materiale e di insicurezza. È così possibile stimare
l'ammontare di famiglie che sperimenta difficoltà nel consumare
un pasto adeguato ogni due giorni (il 7,5 per cento), quelle che
trovano difficoltà per arrivare a fine mese con il reddito
conseguito o che non riescono a far fronte a una spesa imprevista di
mille euro (in entrambi i casi oltre il 30 per cento). Tra le famiglie in condizioni economiche meno favorite, ci sono quelle dei giovani che hanno prevalentemente redditi da lavoro autonomo, le famiglie numerose e quelle residenti nel Mezzogiorno.
Come detto, la presenza di più redditi riduce fortemente il
rischio di disagio: il modello verso cui si tende è quello in
cui entrambi i coniugi lavorano, ma ciò mette sotto pressione i
tempi di vita in assenza di una forte rete di servizi sociali, in
particolare nel Mezzogiorno.
Servizi e interventi sociali nel territorio: divari e fragilità
Queste condizioni di difficoltà e disagio, unitamente alle trasformazioni demografiche, in particolare per quanto riguarda l'invecchiamento della popolazione, e all'emergere di nuovi equilibri tra famiglia e lavoro, accrescono e qualificano la domanda di protezione sociale, al cui soddisfacimento è preposto il sistema di welfare.
Tabella contenuta a pag. 14 del rapporto
(eventuali errori sono nostri e ce ne scusiamo) webmaster - 2 giugno 2006 |
Le dinamiche territoriali delle esportazioni tra il 2000 e il 2005La dinamica delle esportazioni italiane nell'ultimo quinquennio risulta molto differenziata per regione e ripartizione territoriale di origine. Tra il 2000 e il 2005 le vendite all'estero sono cresciute a tassi superiori a quello medio nazionale (pari al 13,5 per cento) nell'Italia insulare (+41,0 per cento) e nel Nordest (+15,7per cento); incrementi inferiori a quello medio si registrano invece nel Nordovest (+14,3 per cento), nell'Italia meridionale (+9,5per cento) e nell'Italia centrale (+4,3 per cento) (Tavola 1.5). Tavola
1.5 - Esportazioni complessive e scomposizione della variazione
percentuale (a) delle esportazioni (b) per ripartizione geografica e
regione - Anni 2000 e 2005 |
|
2005 |
|
Variazioni |
Componenti
della variazione |
||
RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE |
|
|
2005 2000 |
|
|
|
REGIONI |
Valori in Composizione |
(c) |
Componente |
Effetto |
Effetto |
|
|
milioni di euro |
% |
|
nazionale specializzazione |
territoriale |
|
NORD-CENTRO |
257.064 |
86,9 |
14,9 |
13,5 |
-0,5 |
1,9 |
Nord-ovest |
120.895 |
40,9 |
14,3 |
13,5 |
1,1 |
-0,3 |
Piemonte |
31.768 |
10,7 |
7,8 |
13,5 |
-0,1 |
-5,6 |
Valle d'Aosta |
494 |
0,2 |
27,9 |
13,5 |
10,6 |
3,7 |
Lombardia |
84.419 |
28,5 |
16,3 |
13,5 |
1,5 |
1,4 |
Liguria |
4.214 |
1,4 |
24,2 |
13,5 |
2,3 |
8,4 |
Nord-est |
91.588 |
31,0 |
15,7 |
13,5 |
-2,7 |
4,9 |
Trentino-Alto Adige |
5.199 |
1,8 |
22,8 |
13,5 |
1,6 |
7,6 |
Veneto |
39.621 |
13,4 |
8,5 |
13,5 |
-4,7 |
-0,3 |
Friuli-Venezia Giulia |
9.639 |
3,3 |
8,9 |
13,5 |
-3,6 |
-1,0 |
Emilia-Romagna |
37.129 |
12,6 |
25,6 |
13,5 |
-0,7 |
12,8 |
Centro |
44.581 |
15,1 |
4,3 |
13,5 |
-4,2 |
-5,0 |
Toscana |
21.570 |
7,3 |
1,8 |
13,5 |
-7,6 |
-4,1 |
Umbria |
2.782 |
0,9 |
22,0 |
13,5 |
4,0 |
4,5 |
Marche |
9.370 |
3,2 |
26,4 |
13,5 |
-5,0 |
17,9 |
Lazio |
10.858 |
3,7 |
-8,6 |
13,5 |
0.8 |
-22,9 |
MEZZOGIORNO |
33.671 |
11,4 |
18,2 |
13,5 |
9,7 |
4,9 |
Sud |
22.592 |
7,6 |
9,5 |
13,5 |
22.5 |
-1,4 |
Abruzzo |
6.299 |
2,1 |
24,1 |
13,5 |
-3,5 |
14,1 |
Molise |
605 |
0,2 |
23,8 |
13,5 |
-2,3 |
12,7 |
Campania |
7.536 |
2,5 |
-1,5 |
13,5 |
-1,7 |
-13,3 |
Puglia |
6.739 |
2,3 |
12,0 |
13,5 |
-2,1 |
0,6 |
Basilicata |
1.100 |
0,4 |
1,0 |
13,5 |
-7,3 |
-5,2 |
Calabria |
314 |
0,1 |
5,6 |
13,5 |
3,3 |
-11,2 |
Isole |
11.079 |
3,7 |
41,0 |
13,5 |
41,7 |
-14,1 |
Sicilia |
7.277 |
2,5 |
34,3 |
13,5 |
37,1 |
-16,2 |
Sardegna |
3.802 |
1,3 |
56,1 |
13,5 |
51,9 |
-9,3 |
Province diverse e non specificate |
5.004 |
1,7 |
11,3 |
■ |
■ |
■ |
ITALIA |
295.739 |
100,0 |
13,5 |
■ |
■ |
■ |
Ai sensi della legge n.62
del 7 marzo 2001 il presente sito non costituisce testata giornalistica.
Eleaml viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale e
del web@master.