Ai governatori delle Regioni del Sud, convocati da Basssolino presso Palazzo Santa Lucia, il comitato esecutivo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo-Maison de la Méditerranée (Michele Capasso, Walter Schwimmer, Claudio Azzolini, John Esposito, Pedrag Matvejevic e Caterina Arcidiacono) hanno inviato il seguente documento-appello.
Signori presidenti,
quali responsabili di un’istituzione che da oltre un decennio si è distinta per la promozione del dialogo e dello sviluppo economico condiviso nello spazio euromediterraneo assegnando alle Regioni un ruolo di primo piano, desideriamo esporvi quanto segue. Nel 1997 la nostra Fondazione organizzò a Napoli il Secondo Forum Civile Euromed in collaborazione con le Regioni Campania, Calabria, Sardegna, Sicilia, Abruzzo, Marche, Lombardia, Piemonte, Lazio, Puglia, Catalogna, Languedoc-Roussillon, Andalucia, Algarve, e altre collettività locali euromediterranee.
I 2.248
partecipanti, tra i quali Capi di Stato e di Governo, Presidenti di
Regione, Sindaci e rappresentanti di istituzioni internazionali —
sottolinearono l’importante ruolo delle Regioni che si affacciano
sul Mediterraneo per promuovere dialogo e sviluppo condiviso.
I
partecipanti a quel Forum deliberarono di incaricare la nostra
Fondazione di costituire una “Rete di reti” per promuovere
il dialogo tra le società e le culture e lo sviluppo condiviso:
dopo tre anni di lavoro e con il coinvolgimento di molteplici Regioni
euromediterranee si è addivenuti alla costituzione di una rete
di Regioni, Città, Collettività locali, Accademie,
Istituti di Cultura e di ricerca e organismi della Società
civile con sede a Napoli e in altri Paesi euromediterranei.
Particolare
attenzione è stata rivolta nel nostro lavoro alle Regioni del
Sud d’Italia nelle quali sono stati istituiti bureaux e sedi
tematiche. Già nel giugno 2000, la Fondazione offrì a
titolo non oneroso, al Ministero degli Affari Esteri e alle Regioni del
Sud destinatarie dei Fondi strutturali, il proprio contributo
elaborando studi di fattibilità per progetti di
internazionalizzazione culturale ed economica riguardanti le citate
Regioni e il Mediterraneo.
L’ipotesi fu quella di costituire una
“Rete di centri di eccellenza” e coordinamento per
l’area euromediterranea valorizzando le specifiche competenze di
Regioni e collettività locali del Mezzogiorno d’Italia: la
“Sicurezza alimentare” a Benevento; il “Turismo
balneare” a Vico Equense; le “Medicine tradizionali”
a Fisciano; le “Culture immateriali per ragazzi” a Giffoni
Valle Piana; l’”Arte della Ceramica” a Cerreto
Sannita; i “Luoghi di accoglienza delle religioni” a
Pietrelcina; i “Siti ipogei” a Matera; le “Minoranze
linguistiche” a Campobasso; la “Tradizione
mitologica” a Bari; le “Migrazioni” a Lecce; le
“Nuove povertà” a Cosenza; la “Siccità
e desertificazione” a Porto Torres; le “Isole” a
Lipari; la “Cultura alimentare” a Chieti e via dicendo.
Un’imponente “architettura di progetti in rete” che
avrebbe potuto consentire l’uso di oltre 1 miliardo di euro
disponibili sulle Misure destinate dai Fondi strutturali
all’internazionalizzazione. Ben poco è stato fatto di
tutto questo: i limiti della burocrazia europea si sono radicati a
livello regionale e hanno agito in sinergia con
l’impossibilità di coniugare diverse appartenenze
politiche presenti nei Governi regionali della scorsa legislatura. Di
qui l’assenza di un coordinamento tra le Regioni del Sud su
questi temi. Ecco perché è importante il rilancio di
questo coordinamento voluto da Bassolino, approfittando della comune
appartenenza politica e, in molti casi, della personale amicizia tra i
neo Presidenti.
La sfida non è solo a livello interregionale. Bisogna operare
all’interno delle singole Regioni per ridurre il blocco della
burocrazia: interessi contrapposti di assessorati e incompetenze di
alcuni burocrati, di fatto hanno paralizzato le decisioni assunte a
livello politico e inducono le intelligenze locali a desistere
dall’impegno e a porsi al servizio di altri organismi.
Nel
Mediterraneo sono attive da tempo consociazioni di Regioni, quali ad
esempio la “Euroregione Pirenei-Mediterranea”, per
sviluppare azioni congiunte nell’ambito del partenariato
euro-mediterraneo.
Le Regioni del Mezzogiorno d’Italia non devono costituire
un’ennesima entità amministrativa ma uno spazio aperto,
capace di coinvolgere i Consigli e i Governi regionali per azioni di
cooperazione economica, socio-culturale e scientifica avendo come
“focus” i giovani e la comunicazione.
Organismi
qualificati, quali ad esempio l’agenzia stampa Ansamed e la
nostra Fondazione Laboratorio Mediterraneo-Maison de la
Méditerranée (che da tempo hanno sottoscritto un
protocollo permanente di cooperazione) possono affiancare le Regioni
del Sud in questo difficile percorso a condizione che vengano
riconosciute immediatamente le specifiche professionalità in una
rinnovata mentalità e cultura politica basata sulla dimostrata
competenza e qualità.
In mancanza, vi è il rischio di
perdere strumenti di competenza apprezzati e richiesti da altre Regioni
e Paesi euromediterranei. In questi giorni, in considerazione delle
competenze maturate e della rappresentatività istituzionale
riconosciuta alla Fondazione - anche quale Antenna europea e Capofila
della Rete italiana della Fondazione Euro-mediterranea per il Dialogo
tra le culture (nella quale, guarda caso, sono rappresentate Regioni
quali il Friuli, il Trentino Alto Adige, la Lombardia, il Piemonte e
nessuna del Mezzogiorno (Sic!) — stiamo producendo documenti di
lavoro per altre Regioni del Mediterraneo Occidentale e del Medio
Oriente per far fronte a problemi comuni quali:
l’insularità, i problemi delle zone con scarsa o con
troppa densità di popolazione, i quartieri in difficoltà
nelle grandi aree urbane, le zone industriali in declino,
l’insufficienza della rete dei trasporti, l’accoglienza
degli immigrati, ecc.
Sarebbe un “non senso” dover lavorare nelle nostre sedi del
Sud d’Italia mettendo a disposizione strumenti, esperienze
maturate in oltre un decennio di attività e competenze per altri
spazi regionali del Mediterraneo. Da queste considerazioni nasce
l’appello a Voi Governatori del Sud dell’Italia a voler
utilizzare tutti gli organismi presenti sul territorio, inclusa la
nostra Fondazione, per raccogliere le sfide presenti su una scala
regionale importante, qual è il Sud d’Italia, in cui
spesso è difficile essere al passo con l’Europa allargata
e con l’economia globalizzata.
Una prima sfida è
l’organizzazione intorno a reti di trasporto moderne e a reti di
energia e di comunicazioni che rispondano alle esigenze della
popolazione.
Le Regioni del Sud devono giocare un ruolo più
importante nel Partenariato euro-mediterraneo. Come affermato dal
nostro Segretario Generale (già Segretario generale del
Consiglio d’Europa) Walter Schwimmer l’8 gennaio 2005 in
occasione del “Primo Concerto Euromediterraneo per il dialogo tra
le culture”, le Regioni hanno una sfida da cogliere in uno
spazio, quello euro-mediterraneo, in cui vi è non uno scontro
tra culture, ma tra ignoranze.
Siamo convinti che Voi neo-Governatori
dobbiate essere capaci di trasformare una sterile
“identità dell’Essere” , da sempre associata
all’ “Amore per il Potere”, in una indispensabile
“identità del Fare”, da associare al “Potere
dell’Amore”: per il dialogo, lo sviluppo condiviso, la
giustizia sociale, i diritti umani e la pace. Con questo auspicio
formuliamo gli auguri più cordiali di buon lavoro.
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