La seguente analisi è frutto di anni di osservazioni durante i frequenti viaggi effettuati lungo le linee in oggetto.
E’ il punto di vista di un utente della Calabria
ionico-meridionale il quale non riesce ad accettare che la sua terra
non venga volutamente e inspiegabilmente servita(accentuando il suo
storico isolamento) in modo adeguato da un mezzo comodo, veloce e
sicuro come il treno.
Orari assurdi, servizi scadenti, la concorrenza di altri mezzi rischiano di far scomparire la ferrovia da questa zona.
Probabilmente la situazione è così poiché chi
gestisce il servizio(TRENITALIA) è troppo distante dalla
realtà locale in questione e non riesce a capire le esigenze di
quest’utenza(che comunque continua a viaggiare in treno pur
subendo continui tagli e disservizi) e chi dalla Calabria è
pagato per sollecitare miglioramenti preferisce dormire.
Anche se in TRENITALIA la linea ionica (Lamezia T. C.le-Catanzaro
Lido-Roccella J.-Reggio Calabria) è considerata ormai un ramo
secco credo che con pochissimi interventi, di natura organizzativa e di
seguito suggeriti, la situazione possa cambiare.
Perché non sono gli abitanti della Locride a non amare il treno,
ma è chi dovrebbe garantire il servizio a far di tutto per
farglielo odiare!
La zona ionica meridionale della Calabria (linea ferroviaria Catanzaro-CZ Lido-Roccella J-Reggio Calabria) pur avendo un bacino d’utenza superiore a 300.000 abitanti è da anni mal collegata al resto d’Italia dai treni a lunga percorrenza.
· Mancanza di veloci collegamenti diurni Milano,Torino,Roma-Catanzaro-Roccella J-Reggio Calabria
· Carrozze spesso sporche, vecchie e inadeguate
· Soppressione dell’essenziale carrozza cuccette da alcuni treni
· Tempi di percorrenza inspiegabilmente elevati e assurde lunghe,numerose e snervanti fermate soprattutto nella tratta Lamezia-Catanzaro L.Roccella J.
· Utilizzo degli stessi collegamenti per l’utenza calabro-siciliana e quella campana-laziale(con conseguente elevato numero di fermate e di tempo di percorrenza totale, disagi nei viaggi notturni)
· Arrivo in tarda mattinata per gli utenti dei treni notturni diretti nella zona ionica meridionale della Calabria
· Non è oggettivamente ed economicamente pensabile collegare stabilmente la zona ionica al Nord Italia attraverso Intercity diurni. Per molti utenti della Calabria ionica meridionale è molto più conveniente(in termini di tempo di percorrenza) spostarsi in auto fino alla stazione di Rosarno sul Tirreno per prendere i vari Eurostar ed Intercity diurni per e da il Nord Italia. Non tutti hanno però questa possibilità ed anche il previsto collegamento attraverso autobus(autolinee private) non sembra pratico, comodo ed economico come quello ferroviario attraverso la rete del trasporto regionale. Oltre ad una efficace razionalizzazione degli orari della divisione trasporto regionale e ad un eventuale servizio di trasporto sostitutivo(tra Locride e stazione di Rosarno) effettuato dalla Sogin si può comunque sperimentare qualche collegamento occasionale durante i periodi a più alta frequentazione destinando due-tre carrozze dei vari treni IC speciali e periodici alla zona ionica calabrese.
· Ripristinare almeno di domenica e durante i periodi estivo-natalizio-pasquale un treno IC da Reggio Calabria(via Roccella J- Catanzaro e via Tropea con ricongiungimento a Lamezia T.C.le) per Roma (con orario simile a quello del soppresso IC VELIA Reggio-Roma, ma evitando la sosta nella stazione di Napoli C.le sostituendola con quella di Napoli P.za Garibaldi)
· Ripristinare almeno di venerdì e durante i periodi estivo-natalizio-pasquale un treno IC da Roma (con sosta a Napoli P.za Garibaldi invece che Napoli C.le)per Reggio Calabria(con carrozze dirette via Roccella J.-Catanzaro e via Tropea) con partenza da Roma intorno alle ore 10:45 e arrivo nella stazione di Bianco(ultima stazione “utile” della tratta a lunga percorrenza Roma-Lamezia-Roccella-Reggio Calabria) intorno alle 17:45
· Considerare la seguente analisi sui collegamenti notturni che servono la zona in questione.
Per ogni treno vi è un elenco di osservazioni e di suggerimenti utili, si spera, al miglioramento del servizio.
La peggiore pubblicità alla Calabria la fanno i calabresi. E non è un errore nel citare uno slogan pubblicitario utilizzato qualche tempo addietro, ma ciò che si può dedurre ascoltando i calabresi che risiedono fuori dalla loro terra.
Un pensiero pessimista e disfattista nei confronti della nostra regione
e nessun appoggio morale o di speranza a chi esprime la propria voglia
di fare o almeno di provare a fare.
Mai generalizzare, naturalmente. Ma di opinioni contrarie se ne sentono poche…
Mentalità che deve cambiare, ‘ndrangheta da distruggere,
giovani da spronare; queste le frasi più ricorrenti. Giuste e
sincere parole. Trovano d'accordo la maggior parte delle persone. Ma
è retorica ed è fine a se stessa. Nessuna scoperta o
lampo di genio.
E nel prosieguo del dibattito l'intelligenza tanto ostentata va scemando sempre più!
Nel momento in cui sarebbe opportuno mettere in campo la propria
esperienza per aiutarci, perché altro non è che aiutare
se stessi lo sviluppo della Calabria, tutti si sentono impossibilitati.
Senza nemmeno averci provato. Senza nemmeno aver sforzato la propria
mente alla ricerca di una piccola idea. Piuttosto ci si giustifica per
essere andati via, per non voler tornare, per non voler dare una
speranza positiva, dicendo che non cambierà mai la
mentalità , che niente è fattibile “da noi”.
Purtroppo molte persone sono state costrette a lasciare la Calabria ,
senza desiderarlo. E sono riconoscibili dalla loro speranza di
cambiamento. Dall'incitazione che danno ai giovani calabresi che
vogliono provarci. Per fortuna ci sono…
Che rabbia sentir dire che la maggior parte della cittadinanza di un
paese appartiene a famiglie implicate in storie di mafia. E mentre si
ascoltano tali parole si pensa ai sacrifici di tante persone che al
mattino si alzano di buona lena per andare a LAVORARE ONESTAMENTE e
vengono, comunque, etichettate come persone disoneste.
Discorsi di calabresi contro i calabresi. Quanta volgarità. Quanta pochezza d'animo.
Inutile anche provare a spiegare il cambiamento, pur se piccolo. Si
affrettano affannosamente a spiegarti che non è vero, che ci
sono cose che non conosci dietro quel passo avanti. E ti aggiungono
compiaciuti che dopo due passi avanti ce ne staranno dieci indietro.
Pare ci sia sempre l'ombra di un mostro dietro ogni cosa positiva e niente può essere buono in Calabria.
Inutile dire che tu vuoi provarci, cercano di disilluderti. Di
dissuaderti. Ma non sanno che ti caricano e che il tuo amore nello
sperare un futuro migliore aumenta di fronte alle loro affermazioni.
Vorrebbero toglierti il sogno, trasformarlo in utopia. Farti credere
che stai perdendo tempo. Quasi dispiaciuti che qualcuno possa portare
avanti un progetto che loro non sono riusciti nemmeno a pensare.
Spero che ogni calabrese che in Calabria continua a vivere voglia dare
risposta concreta a queste persone dando un contributo alla
legalità, al miglioramento sociale, ambientale e civile.
Miglioriamoci per la Calabria principalmente e per la soddisfazione di
tappare la bocca a queste persone. Deludiamole!
E' facile giustificarsi per non essersi voluti mettere in gioco e scaricarne sugli altri la responsabilità.
Mentre sto scrivendo e anche prima di mettermi a scrivere, sto ascoltando Eugenio Bennato. Per chi non lo conoscesse si tratta del fratello del piu' celebrato (ma non per questo piu' bravo) Edoardo, specializzato in canti popolari meridionali.
Nella nostra zona comunque dovrebbe essere molto conosciuto, per i suoi
vari e numerosi trascorsi al Taranta Power di Caulonia e quest'estate
per chi c'era la sera del 18 Agosto in P.za delle Tre Chiese a Gerace
ha tenuto un concerto che dire splendido è poco.
Voi vi chiederete a questo punto dove cavolo sta il nesso tra quello
che ho scritto e il titolo dell'articolo (che forse piu' che articolo
assomigliera' ad un editoriale). Bennato cosi' come tanti altri artisti
meridionali canta con la dolcezza dei nostri dialetti e l’armonia
delle musiche di tante nostre canzoni (e insieme a lui tanti altri) la
belta' delle nostre terre, l'allegria, il colore, la luce e quant'altro
di bello esiste delle stesse.
Ma perche' allora c'è da piangere su quste belle anzi bellissime cose ?
La risposta purtroppo sta nel fatto che un figlio del sud come me, in
particolare stasera, sta pensando per quale o quali motivi deve
andarsene via, magari molto lontano, "seminare il suo futuro" e
raccoglierne i frutti in tutt'altro posto non potendo godere dei
paradisi cantati e realmente visibili ?
Soprattutto pensando alle tanti “menti elette che vivono al sud e
contribuiscono alla grandezza dell’Italia e altri stati del mondo.
I motivi sono molteplici e strabolliti ormai visto che partendo dalla
politica, passando per la criminalita' organizzata, arrivando fino alla
strafottenza del pubblico cittadino, le responsabilita' sono ben divise
e includono tutti.
Pero' mi permetto di dire un paio di cose : in primo luogo, si dovrebbe
smetterla con la storiella che noi scegliamo di andare via dalla nostra
terra visto che le universita' ci sono. I motivi sono due e semplici,
il primo è che magari non tutti vogliono o possono fare
l'università e salvo amici, parenti piu' o meno stretti, si
rischia di lavorare si ma per quattro lire (euro ormai) senza uno
straccio di contributo e arrivando a 65 anni disperati.
In secondo luogo, perche' una volta ultimata l'università
(escludendo magari le lauree che permettono il libero professionismo)
l'offerta di lavoro è bassissima e chi va ad occupare i posti o
è un genio che appunto essendo tale MERITA GIUSTAMENTE UN POSTO,
oppure in alternativa a chi merita ci vanno i soliti raccomandati. In
piu' se qualcuno decidesse di restare a casa sua per avviare una
qualunque attivita' in proprio chi lo tutela?
Per chiudere mi voglio rivolgere ai nostri carissimi politici. Qui
chiedo da innamorato folle della propria terra una sola cosa. Molto
spesso sento la barzelletta che dice : noi dobbiamo preparare i nostri
giovani a governare perchè il futuro sono loro e potranno fare
grandi cose....
Basta per favore!
E' opportuno che si debba cominciare tutti da coloro che hanno i
capelli grigi arrivando ai bambini che frequentano le scuole materne a
lavorare insieme, perchè solo recependo un atti concreti se ne
possono produrre altri.
Riprendendo una parola cara a un nostro politico con il quale spesso
non mi trovo in accordo dico che serve davvero una POLITICA DEL FARE
(basta che il fare sia concreto) perchè reputo che solo in
questo modo si possa evitare che un deficiente come il sottoscritto una
sera milanese di inizio autunno (e magari tanti come me in altre
citta') pensi che il tunnel in cui è sprofondata ( o vi è
stata portata) la propria terra sia senza uscita.
Anche perche' spero che presto tutti capiscano che il QUA SI CAMPA
D'ARIA di Profazio preso molto probabilmente alla lettera da tante
persone è decisamente ironico e non reale.
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