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Original Message -----
From:
Mxxxxxx Axxxxxx
Sent:
Sunday, August 15, 2004 1:04 PM
Subject:
pontelandolfo
Egregio
Capitano Romano,
mi
è stata girata una sua mail in merito ai fatti di Pontelandolfo
che, sinceramente, non credo siano veramente accaduti.
Insegno da molti anni nelle scuole medie con scrupolosa
scientificità e non mi sono mai permesso di stravolgere la
storia a mio tornaconto. Ora le chiedo innanzitutto che capitano
è mai lei se l'esercito di cui si fregia è morto e
sepolto da oltre 140 anni; poi vorrei una prova, una sola che quanto
lei dice di Pontelandolfo sia vero.
Non sono monarchico ma credo che i Savoia abbiano dato molto all'Italia
ed al suo povero sud, non le violenze che lei vorrebbe farci credere.
Sono più che convinto che se non fosse stato per quei valorosi
bersaglieri che lei ed i suoi simili denigrano, stareste ancora bocconi
a piantar patate con il padrone alle spalle munito di frusta.
Attendo una sua risposta e la sfido a mandare nella sua sovversiva rete
questa mia nota e la sua eventuale risposta.
Dott.
Axxxxxx Mxxxxxx, Piemontese
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Risposta
Dott. Mxxxxxx,
come vede non sfuggo le
sfide anche perché faccio parte di quella schiera di
Meridionali, per sua sfortuna in netto aumento, che si è
stancata della rassegnazione.
Innanzitutto le rispondo in merito al mio grado, di cui fieramente,
anche se immeritatamente, ne rivendico il titolo. Per sua
informazione gli antichi eserciti, e quindi l'Armata di Terra delle Due
Sicilie, avevano due sovranità: sulle armi e sullo spirito.
Quella delle armi è cessata, come dice lei, 144 anni fa con la
caduta di Gaeta; quella sullo spirito, ancora per sua sfortuna e di
tutti coloro che la pensano come lei, è tuttora viva ed io ne
sono uno dei difensori per investitura.
Tale sovranità fa riferimento all'antica etica
militare cavalleresca che promuove la lealtà
verso l'avversario, il soccorso ai deboli, agli afflitti,
agli indifesi, alle minoranze, detta il rispetto laico dell'evangelo,
difende la fede, la cultura, le tradizioni e la dignità della
gente diseredata.
Forse non mi comprende ma le assicuro che i lealisti non sono una mia
invenzione e sono in perfetta armonia con le leggi dello Stato. Pertanto,
respingo con sdegno la sua accusa di sovversivismo.
In merito poi ai fatti di Pontelandolfo, come lei chiede, le invio una
sola prova, ma le assicuro schiacciante, che dimostra che quell'eccidio
è realmente avvenuto e che quei bersaglieri che lei cerca in
qualche modo di elevare ad eroi, non sono stati altro che degli
assassini, pedine di tutta un'operazione politico-militare massonica
fondata sul sopruso, la corruzione, la sopraffazione, la devastazione
ed il vilipendio della nostra cultura e dalla nostra gente.
Per quanto riguarda i Savoia le dico che si sono accaparrati il
merito di aver unito l'Italia ma hanno avuto il grave
demerito di aver impedito la nascita di una vera e grande Italia
fondata sulla fratellanza, l'amore e la pace.
In conclusione mi permetta una curiosità:
vorrei capire l'origine del
suo cognome che, purtroppo, fa tornare alla mente tristi
ricordi, come proprio i fatti tragici di Pontelandolfo.
Se è la vera causa della sua velenosa e-mail, le consiglierei di
approfondire meglio l'argomento, al limite andando personalmente sui
luoghi dei misfatti, e di provvedere a far dir messe per la
salvezza dell'anima di un vero e proprio criminale di guerra.
Se nulla ha a che vedere con il noto ufficiale piemontese, le
consiglierei di non ostentare troppo il suo cognome tra la nostra
gente, potrebbe essere oggetto di qualche dura reazione, e là
non ci saranno lealisti a difenderla.
Cap. Alessandro Romano,
Duosiciliano.

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Ecco in allegato una prova ineccepibile che i
fatti di Pontelandolfo
sono effettivamente avvenuti.
Uno stralcio dell'interpellanza parlamentare del
Deputato Giuseppe Ferraro
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ASSOCIAZIONE DUE SICILIE VICENZA, 14 AGOSTO
2004
Cari amici dell'Associazione Due Sicilie e soprattutto voi,
cari giovani
simpatizzanti, che ringrazio di aver partecipato a questo incontro
così numerosi.
Desidero ringraziare innanzitutto il dott. Antonio Perrucci per
ciò che ha detto, per le riflessioni appassionate e al tempo
stesso pacate, per le terribili descrizioni dei tragici avvenimenti di
Pontelandolfo e Casalduni avvenuti il 14 agosto 1861, ma dette con
tanta umanità e che ha voluto narrare soprattutto a voi giovani
con tutto l'orgoglio di essere uno del Sud.
Ed è soprattutto a voi che intendo rivolgermi, riprendendo
alcuni dei concetti che abbiamo già ascoltato, ma che penso
meritano di essere sottolineati.
Questo "Giorno della Memoria" è un incontro fra generazioni: la
generazione di coloro che come me hanno scoperto in età matura
queste amare verità tirate fuori dall'oblio voluto dalla
religione di Stato, il cosiddetto Risorgimento, e la generazione di voi
che, ancora in giovane età, state apprendendo queste
verità che lo Stato italiano a distanza di 144 anni tiene ancora
puerilmente nascoste.
Il pensiero dominante nella nostra mente è un auspicio:
l'auspicio che voi giovani, che affrontate la vita, come l'affrontammo
noi alla vostra età carichi di speranze e di sogni, non abbiate
a vivere come noi che abbiamo dovuto emigrare dalla nostra Terra per
cercare quel lavoro che questa repubblica, che si proclama fondata sul
lavoro, ha sempre negato a noi del Sud.
Quando si parla del dovere della memoria, come qui se ne è
parlato, si affollano nella mente e nel cuore una ressa di idee, di
immagini e di sentimenti. C'è anzitutto il dovere della memoria
nei confronti di coloro che la barbara invasione piemontese condusse
alla morte, spesso con una ferocia - ne abbiamo ora ascoltato il
ricordo dalle parole di Antonio Perrucci - che riesce oggi
inimmaginabile, incredibile.
Noi non li dimenticheremo mai. Furono milioni e milioni di uomini,
intere collettività meridionali, o meglio duosiciliane, vittime
dell'ingordigia dei Savoia e dei loro conniventi, tra cui quel Cavour a
cui lo Stato italiano, in suo onore e, quindi, per disprezzo di noi del
Sud, ha voluto intitolare la nuova portaerei varata recentemente. Un
inutile giocattolo, ma utile per i miliardi di euro devoluti ai gruppi
finanziari del Nord in assoluto disprezzo delle necessità della
gente del Sud.
C'è il dovere della memoria soprattutto nei confronti di coloro
che rischiarono la loro vita e che molti la sacrificarono. Mi riferisco
a quei giovani che sono stati sprezzantemente chiamati "briganti" da
quella squallida progenie risorgimentalista, e che furono invece uno
splendido esempio di fedeltà alle nostre istituzioni e di eroica
resistenza alla feroce invasione savoiarda in difesa del nostro popolo
inerme, tradito e venduto dalla dirigenza meridionale e reso schiavo di
quei barbari.
Il dovere della memoria si impone poi, come noi tutti ci diciamo,
affinché l'oppressione e lo sfruttamento coloniale conseguente a
quella barbara invasione non abbia a continuare. Purtroppo il nostro
popolo, il popolo delle Due Sicilie, avvolto com'è dalla putrida
coltre risorgimentale, non riesce ancora a vedere e a capire il sottile
ma solido inganno che consente questa colonizzazione.
Per questo, dunque, vi è un dovere della memoria, e noi dobbiamo
trasmetterlo ai più giovani.A voi giovani voglio anche dire che
il ricordo è la nostra forza: si deve conservare vivo il ricordo
delle tragedie passate perché la memoria è capace di
darci la forza necessaria per cambiare il Sud. Ecco perché
bisogna "non dimenticare" quello che ci hanno fatto.
Quando noi, della generazione precedente alla vostra, decidemmo di far
emergere tutte le amare vicende della cosiddetta unità d'Italia,
lo facemmo perché la memoria di centinaia di migliaia di nostri
antenati sacrificatisi per la libertà del nostro popolo dominava
la nostra coscienza, il nostro spirito.
Se, da 144 anni, il sistema di governo in Italia continua in questa
opera di sfruttamento del Sud, ciò si deve proprio al fatto che
le generazioni successive non ebbero più nei loro cuori il
ricordo del passato.
È quindi doveroso, è giusto, è necessario che voi
giovani siate consapevoli di quanto sia grande la forza della memoria,
e che questo vi spinga a voler tenere vive anche voi, nella vostra
memoria, le nostre memorie.
Ricordare non è soltanto un pio dovere verso quei morti
dimenticati da una storia perversa. È un dovere per noi stessi e
per le generazioni che verranno, nella consapevolezza che la forza
della memoria può dar vita a un nostro riscatto, dove il
coraggio di cambiare prevalga sulla ignavia e per non dover più
subire passivamente questa triste condizione di sottosviluppo sociale
ed economico del nostro popolo.
La nostra generazione sta cercando di tradurre la forza della nostra
memoria, il ricordo del nostro dolore, in nuove istituzioni capaci di
rispettare la nostra Terra e la nostra gente. Il nostro punto di
partenza è quello di creare una nostra forza politica. Non
abbiamo completato l'opera, l'abbiamo però portata a buon punto
e la porteremo avanti fin che ci sarà concesso.
Lasceremo a voi giovani il compito di proseguire il lavoro che noi
abbiamo avviato. Saprete compiere l'opera, se saprete tener viva nelle
vostre menti la memoria del passato. Troverete allora in voi, come noi
l'abbiamo trovata, la sorgente di una grande forza, che vi
permetterà di costruire un nuovo e più forte Sud, per voi
e per i vostri figli.
È questo il nostro auspicio ed è a voi che noi
l'affidiamo.
[discorso commemorativo tenuto
dall'avv. Antonio Pagano Presidente dell'Associazione Due Sicilie di
Vicenza]
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Carissimo Romano,
il dipinto che ho eseguito, di
proprietà Lorenzo Del Boca,fu esposto a Bruxelles ed e' un
omaggio ai caduti di Casalduni e Pontelandolfo. Ma anche una protesta
contro gli eccidi perpetrati nel nostro sacro territorio.
Cuono Gaglione
Omaggio ai
Caduti di Casalduni e Pontelandolfo
Bruxelles 3
/ 11 / 2003
PARLAMENTO
EUROPEO
DOMANDA
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Original Message -----
From:
Giuseppe Tizza
To:
Alessndro Romano
Sent:
Friday, August 13, 2004 11:31 PM
Subject:
RE: MSG 04 - 179 - Ricordando l'eccidio di Pontelandolfo
Scusami Alessandro,
sarebbe possibile trattare di più i problemi di oggi?
Grazie per la comprensione.
Ciao
Giuseppe Tizza
RISPOSTA
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Original Message -----
From:
Alessandro Romano
To:
Giuseppe Tizza
Sent:
Friday, August 13, 2004 11:57 PM
Subject:
Risposta
Scusami Giuseppe,
noi trattiamo ogni argomento che
riguardi la nostra Patria. Senza pregiudizi temporali né,
tantomeno, politici.
In ogni caso, come si può
parlare di oggi se non si conosce il passato? Dovresti
averlo capito.
Un caro saluto.
Alessandro Romano