RIVISTA NAZIONALE |
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È
generalmente noto quale sia l'importanza del Credito, per tutto ciò che
ha rapporto al più ampio sviluppo della pubblica ricchezza in un paese:
e di più, come esso acquisti maggiore importanza quando si presenta
sotto la forma di credito organizzato, nel quale ultimo consiste
essenzialmente ciò che dicesi Banca, sotto qualsivoglia forma o natura
si presenti, vale dire di Banca industriale, agraria, commerciale e
simili. L'importanza quindi di tali istituzioni è inutile ripetere.
Resterebbe però a vedere se l'aumentare il numero di esse avesse un
vantaggio notevole.
Ora è indubitato che moltiplicandosi il
numero di tali istituzioni, lungi di arrecare, per effetto della
concorrenza che ne conseguita, il menomo danno alle medesime, se ne
accresce virtualmente la potenza, mediante lo stabilimento dei conti
correnti che ne derivano, ed aprendo una via molto più ampia, più
facile e più sicura alla circolazione dei capitali. — Infatti, lo scopo
essenziale del credito, e specialmente del eredito organizzato, è
quello di costituire un mezzo di più facile, di più pronto e di meno
costoso trasporto del numerario da una parte ad un'altra: è l'economia,
in una parola, che si effettua di transito ne' movimenti a cui danno
luogo la circolazione della moneta e le varie specie di transazioni
commerciali. — Il primo passo che le società civili dovettero fare
nelle loro comunicazioni e transazioni commerciali dovette
necessariamente essere molto penoso e molto costoso: il cambio doveva
essere eseguito in natura, vale a dire derrate contro derrate, servizi
contro servizi, ed a vicenda derrate contro servizi. — Perfezionandosi
le società, i metalli preziosi furono messi quali intermedi, perché con
ciò costituivano un mezzo potentissimo di facilitazione al cambio, al
commercio: ma il progresso industriale e commerciale doveva
viemaggiormente perfezionare gl'istrumenti di cambio; nella stessa
guisa che perfezionava gl'istrumenti necessari al transito, cioè non
solo le vie di comunicazione, che da semplici viottoli scoscesi e
tracciati appena,sono giunte oramai alle ferrovie che economizzano
tanto di pena, di fatica e di tempo, ma quanto pure i mezzi di
trasporti, che dal dorso dell'uomo, dello schiavo, passò gradatamente a
quello dell'animale, indi al carro, e finalmente alla locomotiva.
Così
il cambio, questa base primitiva della ricchezza sociale, doveva subire
necessariamente molte modificazioni, e progredire se non altro
parallelamente.
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— E se dal cambio in
natura si è giunto al sistema bancario del credito, e vi è stato
immenso progresso, il passare a moltiplicare il numero e l'estensione
delle istituzioni di credito è già per se stesso un progresso non meno
importante e significativo, come quello che moltiplicando le parti ne
aumenta la forza risultante, nella stessa guisa che si mostra in
Meccanica: la riunione di piccole forze in un punto producono tanto
maggiore la risultante, per quanto sarebbero tutte le forze concorrenti
inefficaci ed inutili se agissero isolatamente ed indipendentemente.
D'altra
parte considerando che l'ufficio della Banca è quello, essenzialmente
parlando, di cambiare credito contro credito, si rende manifesto che
moltiplicando il numero delle Banche si facilita immensamente tale
specie di cambio, mettendosi in relazione ed in maggiori punti di
contatto un paese con un altro, sotto il rapporto commerciale ed
industriale. — E quindi l'aversi stabilito finora sedi differenti e
diverse succursali della Banca Nazionale tutte tra loro in
comunicazione, è stato certamente un provvedimento salutare e benefico,
ampliandosi con ciò solo, e senza aumentarne materialmente il numero
delle Banche nel regno.
Qui cade acconcio il riflettere che la
forma speciale della nostra Banca si presta facilmente alla
moltiplicazione, mediante le succursali, senza dar luogo a rovinosa
concorrenza, come avviene in America. Conciossiaché, le Banche
americane, essendo in grandissimo numero, atteso la loro forma, se non
sono causa, sono almeno occasioni prossime di quelle crisi finanziere a
cui il commercio transattantico è così di frequente soggetto. —
L'emissione di biglietti moltiplicando tre, quattro e spesso fino a
dieci volte il valore nominale del fondo capitale delle Banche, benché
sia un gran mezzo di credito, pure dà luogo facilmente allo sviluppo
delle crisi finanziere, allorché per istantanei eventi il timor panico
assale il commercio — giacché in tale condizione si trova che il
capitale nominale è maggiore dell'effettivo, ed il danaro metallico non
giunge a soddisfare la domanda resa pressante dal timore.
Ma
perché la nostra Banca Nazionale possa avere quello sviluppo che merita
nelle Provincie Meridionali è d'uopo che gli antichi Banchi venghino o
soppressi o trasformati, imperocché per loro natura sono queste
istituzioni che pochissimi servizi possono arrecare alla circolazione.
— Nella forma speciale de' Banchi Napoletani, che si assomigliano
a quelli di Amburgo, la circolazione, benché rappresentata da carta,
come sono le fedi di credito, le polizze notate fedi, le cambiali,
ecc., pure è essenzialmente metallica: poiché il capitale in
circolazione corrisponde esattamente a quello in deposito.
I
novelli Banchi e le nuove Casse di sconto fondate in Bari, in Chieti ed
in Reggio nel 1859 sono stati perfettamente stabiliti sul modello del
Banco di Napoli.
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Noi per esaminare il valore
dei detti Banchi ci serviremo di quello che ne riferisce il Galanti
circa la storia di essi. Secondo questo accreditato autore, il Banco
delle due Sicilie è uno dei più antichi di Europa: poiché in Napoli
cominciarono a stabilirsi dei Banchi fin dal 1511, tempo in cui i
negozianti Fiorentini e Genovesi vi accorrevano sia nello scopo di
depositare la moneta, e quindi preservarla dalla consunzione,
risultante dal troppo uso, o dalla malafede che ne alterava il fino,
sia nello scopo di mantenere un capitale investito per la pegnorazione
delle derrate.
Ora siccome i primi fondatori di tali Banchi
furono privati negozianti, è evidente che tanto la moneta metallica,
quanto le derrate messe in pegnorazione dovevano rendere un profitto
molto considerevole ai banchieri. — Così si trovarono pure istallate
simili istituzioni in Venezia, in Genova ed in Amsterdam.
Vedutosi
i vantaggi che risultavano dal sottrarsi i depositi bancari dalla cassa
di private persone, fu indi a poco stabilito il pubblico deposito in un
pubblico Banco. Ed ecco quale è la serie cronologica de' Banchi
pubblici in Napoli:
1575 — Banco di A. G. P. e della Pietà per la pegnorazione;
1589 — Banco del Popolo;
1591 — Banco dello Spirito Santo;
1596 — Banco di S. Eligio;
1597 — Banco di S. Giacomo;
1600 — Banco de' Poveri;
1640 — Banco del SS. Salvatore;
1816
— Banco delle Due Sicilie, che riunì tutti i diversi Banchi già
esistenti, ed aprì le categorie dello Sconto, quasi Banca di
circolazione;
1858 — Banco e Cassa di sconto in Bari, che è una
parte del Banco delle Due Sicilie, senza avere il carattere di
succursale; 1860 — Banco e Cassa di sconto in Chieti ed in Reggio.
Dalle
cose riferite con facilità si argomenta che quei diversi Banchi hanno
un medesimo carattere, quello cioè di essere essenzialmente Banchi di
deposito, e di servire quindi unicamente, e nel tempo stesso
gratuitamente, il pubblico nella circolazione metallica. — Sotto questo
lato considerando le cose, è evidente che qualche utilità abbia
prodotta la fondazione recente dei Banchi di Bari, di Chieti e di
Reggio: giacché una somma metallica può percorrere l'abolito regno da
una estremità all'altra, perché le fedi di credito si prestano con una
immensa facilità, non pagandosi nessun diritto o interesse qualsiasi:
laonde l'unica difficoltà che poteasi incontrare era quella che le fedi
di credito, per potersi estinguere, avessero dovuto di necessità
ritornare nei Banchi di Napoli da dove erano uscite: ma a ciò vi si è
sopperito colla istallazione dei tre nuovi
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Banchi
summentovati, e con lo stabilire la comunicazioni tra i Banchi che si
trovano nelle provincie al di qua, con quelli delle provincie al di là
del Faro. Infatti essendosi in tal guisa moltiplicati, diciam così, gli
sbocchi alle fedi di credito, con maggiore facilità esse percorrono ora
quelle provincie da una parte ad un'altra, ed il Commercio specialmente
ne ha dovuto risentire qualche vantaggio.
Se ora si facesse
l'obbiezione che la moltiplicazione delle Banche facilita la
possibilità delle crisi finanziere, si vedrebbe di leggieri che questo
avvenimento non avrebbe e non potrebbe aver luogo
— tostoché,
com'è noto, i Banchi di deposito esclusivo non possono essere giammai
in fallo — non può darsi fallimento: essendo piuttosto un luogo o
vogliam dire una Cassa pubblica, dove il deposito è garantito dal
Governo e gratuitamente, anziché una speculazione di credito.
Ma
si aggiunga che, oltre allo avere stabiliti i suddetti Banchi, vi è
stato la fondazione delle Casse di sconto tanto in Bari che in Chieti
ed in Reggio. — Lo scopo di queste diverse Casse è perfettamente quello
della Cassa di sconto di Napoli, il cui capitale primitivo fu dal R.
Tesoro anticipato: esso consiste specialmente nello scontare le
seguenti categorie:
1° Cambiali ed ogni altro effetto commerciale garantito da due firme oltre di quella direttamente interessata;
2° I boni della Tesoreria;
3° Anticipazione di soldi agl'impiegati;
4° Imprestiti contro garanzia di rendite iscritte sul Gran Libro, sia del 5 che del 4 per 100;
5° Imprestiti contro pegni di oggetti preziosi od altro;
6° Imprestiti ai negozianti contro pegnorazione di derrate depositate in dogana e finanche non sdaziate.
La
Cassa di sconto adunque serve più direttamente il Commercio, come si
vede, mentre il Banco serve più direttamente i privati. — L'avere
dunque, oltre della Cassa di sconto di Napoli, anche altre tre analoghe
in diversi punti quasi equidistanti, ed altri due in Palermo ed in
Messina, è stato certamente un aiuto al Commercio. — Le Casse di sconto
di Napoli, di Palermo, di Messina, di Reggio, di Bari, e di Chieti
debbono scontare a vicenda le cambiali e tutti gli effetti commerciali
delle diverse piazze: così come i diversi Banchi delle summenzionate
città debbono a vicenda cambiare esigere e pagare le varie fedi di
credito vicendevolmente. — In tal guisa il Commercio ha trovato
facilitazioni, essendosi ravvicinati punti così lontani. — Ma queste
Casse sono limitate nelle loro facoltà dalla quantità del deposito:
imperciocché, non avendo altro capitale per iscontare che il denaro
depositato dai privati, avviene che,
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a
seconda l'aumento o la diminuzione del deposito, aumenta o diminuisce
la facoltà di scontare gli effetti commerciali, e però non potrebbero
giammai servire a quello sviluppo del commercio ch'è da attendersi
dalla unificazione d'Italia.
Il mezzo fittizio che sostiene la
circolazione di quelle carte bancarie è l'obbligo Imposto a tutte le
Casse di Corte del Regno ed a tutte le Casse pubbliche in generale di
accettare i pagamenti in polizze di Banco ed in fedi di credito
Ma
quello che maggiormente li sostiene si è il monopolio che godono quei
Banchi della così detta girata con condizioni, che aveva ed ha tuttora
forza di contratto passato davanti a notaio pubblico, essendo stato
generalizzato presso tutti i Banchi provinciali con rendersi i
pandettarj delle Casse di Corte responsabili di quelle che si cambiano
con girate condizionate; è certamente un grave privilegio che quella
istituzione gode a scapito del dritto comune e a danno evidente delle
finanze.
Su tal proposito noi osserveremo che in ciò i Banchi
Napoletani hanno una caratteristica tutta propria, tutta speciale, e
crediamo non errare se diciamo essere unici in Europa. — Infatti, i
pagamenti che si fanno per Banco con girate sono garentiti dal Governo,
come i pagamenti fatti quasi anticipazioni di un contratto lo sono
parimenti. Il Banco, in tali casi, è precisamente considerato come un
pubblico notaio, che registra e rende validi questi diversi atti: non
potendosi cambiare una fede di credito o una polizza se non con la
sottoscrizione d'un nome conosciuto dal Banco.
Senza estendersi in
considerazioni bancarie ulteriormente, noi limiteremo la nostra
attenzione ad osservare le seguenti cose, che emergono quali
conseguenze dalla natura speciale di queste istituzioni e dallo averne
estesa l'applicazione agli altri tre gruppi di provincie dell'ex-regno
continentale (1). In primo luogo è da osservare quale sia l'influenza
che la diffusione delle succursali alla Banca Nazionale eserciterà
sull'imprestito usurarlo: in secondo luogo è pure da considerarsi che
l'interesse retribuito alle antiche Casse è eminentemente tenue e
bassissimo, in confronto anche dell'interesse commerciale voluto dalle
antiche leggi: ed infine la latitudine che lasciavasi a' privati
speculatori, per effetto della natura stessa di quei Banchi, di
costituire Banche generali e speciali su di qualunque oggetto che
potesse essere del dominio del credito, e potesse essere di pubblica
utilità, senza nessuna specie di privilegio o di monopolio, come si
ravvisa nelle Banche di parecchi Stati di Europa.
In quanto al
primo quesito, cioè sulla salutare influenza che l'aumento delle Banche
succursali produrrà sensibilmente sulla diminuzione dell'usura,
(1)
Si è detto il gruppo di provincie, giacché il Banco di Chieti serve per
tutti i tre Abruzzi, quello di Bari per le tre Puglie, quello di Reggio
per le tre Calabrie.
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non v'è
certo nessun dubbio — dappoiché il Commercio, come è noto, si fonda
sostanzialmente su di un continuo movimento di valori, che vengono in
un certo modo rappresentati dalla moneta, e quindi la circolazione
della moneta è il principale sostegno del Commercio. In tale movimento
del numerario avviene ordinariamente, e quasi come un fatto inerente
alla stessa pratica commerciale, per effetto dell'investimento di
capitali, la momentanea mancanza di moneta — onde si rende necessario
ed indispensabile l'imprestito anche temporaneo di essa. — In generale
il commercio e l'industria di qualunque natura si effettuano mediante
la collocazione di capitali, i quali non trovandosi mai tanto
sufficienti da far fronte allo sviluppo delle intraprese, devono di
necessità essere suppliti dal credito, da questo potentissimo mezzo che
caratterizza specialmente il progresso economico de' tempi
moderni. Il credito dunque fomenta gl'imprestiti: ed allorché questi
non possono farsi da pubbliche Casse, ne emerge l'imprestito usurano,
che si nasconde sotto il velo illusorio dell'imprestito a mutuo degli
antichi giurisperiti.
La forza o vogliam dire l'altezza
dell'interesse usurarlo è determinata, come tutti gli altri fenomeni
economici delle società, dalla domanda e à&WoJ'erta. Maggiore è la
domanda di capitali, più grande è l'altezza dell'interesse: minore si è
l'offerta, più grande si è l'interesse. — Al contrario se la domanda è
piccola, l'interesse è basso, come se l'offerta è grande, l'interesse
parimenti è basso. — Cosicché l'interesse è in ragione diretta della
domanda e dell'inversa dell'offerta, per esprimerci con una formola
matematica. — Laonde l'usura è fomentata da un lato dalla poca
possidenza di capitali, e quindi dal gran bisogno che se ne ha di essi,
da un altro lato: ed al contrario l'usura è attenuata dal poco bisogno
di capitali da una parte, e dall'abbondanza di essi da un'altra parte.
Questo, sotto il riguardo della cosa veduta dal lato puramente
economico, e non considerando l'elemento morale della quistione, che
pur vi entra in qualche parte.
Per provvedere adunque
economicamente a ridurre l'interesse usurano ad un interesse mite, che
vogliam dire un interesse legale, non vi è mezzo più efficace di quello
di aumentare la possibilità della circolazione de' capitali, e
per essa delle istituzioni di credito. — Giacché l'effetto di questo
provvedimento, benché non agisca direttamente sull'usura, pure è
efficacissimo, come quello che toglie via di mezzo il bisogno che si ha
dell'imprestito usurano: ed una volta distrutto o diminuito questo
bisogno, i capitali usurari, anche volendolo, non trovano sbocco, e
l'interesse deve di necessita disbassarsi e mettersi a livello delle
contrattazioni comuni e commerciali.
Questo mezzo, essenzialmente
economico, di distruggere o almeno di diminuire in massima parte gli
effetti disastrosi dell'usura,
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che consiste
nel creare e nel promuovere le istituzioni di credito e nel
generalizzarle, è attivo, energico e potentissimo. La legge è
inefficace ed impotente dove il dolo può facilmente nascondersi, o dove
esso è impossibile ad essere conosciuto. Esso è salutare, perché gli
effetti dell'usura sul commercio sono dannosissimi e rovinosi. Gli
usurai, profittando della necessità e del bisogno assoluto, innalzano
ad un'altezza favolosa l'interesse, in guisa che l'onesto guadagno che
un negoziante può ottenere e può sperare, viene quasi totalmente
assorbito da essi, che armati della forza delle leggi e sotto l'egida
del mutuo, sono inesorabili nel rimborsare interessi e capitali,
comunque il Commercio talvolta portasse che l'uno e l'altro non fossero
raggiunti. Cosicché avviene necessariamente la rovina del negoziante, e
per esso la diffidenza e lo sgomento per il commercio, e quindi un
gravissimo colpo alla pubblica ricchezza ed alla generale prosperità,
che si fondano sostanzialmente su di questa base generale ed universale
(1).
La fondazione delle Casse di sconto e dei Banchi nelle
provincie è dunque da considerarsi sotto questo riguardo come un
provvedimento inefficace ed inutile: mentre la generalizzazione delle
succursali della Banca vi provvederebbe ampiamente. E tanto più che
l'usura, questa piaga cancrenosa delle società civili, trova nello
sviluppo del credito un nemico potente ed una valida concorrenza. —
Infatti, tutti coloro che non appartengono alla categoria commerciale
sarebbero perfettamente esposti all'arbitrio di pochi possidenti
capitalisti, che esagerando l'altezza dell'interesse divengono usurai:
ora le Casse di sconto e i Banchi, benché scontino tutti gli effetti
commerciali, imprestando danaro anche dietro pegnorazione, su di
mercanzie, su di rendite, su di oggetti preziosi, di panni, ecc.,
siccome di sopra si è dimostrato, pure hanno poca o nessuna attività,
mancando loro il principio reale del credito, ch'è la circolazione.
Il
sistema bancario di deposito ha un vantaggio; quello cioè che non
essendo soggetto alle crisi finanziere per la natura sua propria, non
altera il prezzo dell'interesse in nessuna circostanza. — Mentre in
Francia, per esempio, nel 1857, tempo in cui la crisi infieriva, lo
sconto delle cambiali e d'ogni altro effetto commerciale si vide
risalire al di là del 10 per 100: ed in Inghilterra al 12 per 100,
cifre che benissimo si assimilano agli interessi usurari. Infatti
secondo la legge del 1807 in Francia, tuttora vigente, il maximum
d'interesse legale è stabilito al 6 per 100 tanto per gl'imprestiti
privati
(1) Sul finire del 1859 in Londra si è pubblicato
un nuovo trattato elementare di Economia politica di un valente
economista, sig. Henry Dunwing Maclcod: Being a new system of Political
Economy, founded on the Doctrine of Exchange, che maestrevolmente si
fonda sulle dottrine del Cambio, ch'è il genere la cui prima specie è
il Commercio
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quanto per quelli che si
contrattano tra negozianti e Case di commercio o bancarie, e tra queste
e lo stesso governo. — Intanto nel periodo di tempo che la crisi
finanziera infieriva si è veduto il fatto contraddittorio e mostruoso,
cioè che nonostante l'esistenza della precitata legge il governo dovere
tollerare che la Banca avesse innalzato il prezzo dell'interesse ad
un'altezza usuraria. La sensazione che questo fatto produsse che luogo
a serie riflessioni per parte di quel Corpo legislativo, che propose
adottarsi, come dalla scienza è voluto, l'abolizione del prezzo legale
dell'interesse.
Coi Banchi di deposito tali inconvenienti non si
possono verificare. Parrebbe, da quanto abbiamo detto, che noi
propugnassimo le Banche di deposito in luogo delle Banche di
circolazione, e volessimo quelle rappresentare unicamente utili e
queste dannose od inutili, sol perché queste vadano soggette
all'influenza delle frequenti crisi che flagellano il commercio. Lungi
dal pensare in tal modo a questo riguardo, noi stimiamo immensamente
utili le Banche di circolazione, e di poca
0 nessuna utilità i
Banchi di deposito: poiché quelle sono unicamente le rappresentanti del
credito in generale, e sono di grandissimo soccorso alla pubblica
ricchezza delle nazioni. Ma in materia bancaria sono da distinguersi i
seguenti principali quesiti: 1° debbono le Banche di circolazione
essere di dominio esclusivamente privato, o affidarsi
all'amministrazione governativa? —2° Le Banche di circolazione tanto
governative che private debbano godere di privilegi e monopoli a danno
di altre? — Le Banche di circolazione propriamente dette sono quelle
costituite per azioni emesse da società anonime specialmente, ed il
loro scopo è quello di guadagnare, mediante i diversi titoli di
credito, un profitto risultante non già dal capitale effettivo che si
trova investito nella Banca, ma da quello doppio, triplo, finanche
decuplo, risultante dal giro del numerario e dal credito. — Cosicché,
se la Banca realmente da ciascuno non percepisse altro che il 3, o il 4
per 100 d'interesse, il dividendo degli azionisti non è mai minore del
30 o del 40 per 100. — Il mantenimento dunque d'una Banca di
circolazione è per sua natura d'un interesse puramente privato, e
quindi un governo non potrebbe sostenerlo da una parte con profitto, da
un'altra parte senza togliere questo sbocco all'attività de'
privati ed a quella de' capitali. — Al contrario, allorché si
tratta di Banchi di deposito, come sono in Napoli, è evidente che
l'azione governativa non solo è necessaria ma è assolutamente
indispensabile, come quella che deve tutelare e custodire il deposito
affidato dai privati.
In secondo luogo è da considerarsi che le
Banche di circolazione, come quelle di Parigi e di Londra e simili, per
avere prestati alcuni servigi allo Stato godono della facoltà esclusiva
di emettere biglietti al latore. Vale a dire che godono il privilegio
di essere sole banche di circolazione.
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Questo
è certamente un danno che si arreca allo sviluppo spontaneo della
pubblica attività commerciale, inceppandosi i mezzi secondo cui
potrebbe effettuirsi ed ampliarsi. La concorrenza di diverse Banche di
circolazione produrrebbe evidentemente un ribasso sensibile
d'interesse, maggiori facilitazioni al commercio: e maggior numero
d'individui sarebbe collocato in questa intrapresa, la quale da una
parte mettendo in moto maggiori capitali, fomenta maggiormente
l'industria, da un altro lato occupa più braccia al lavoro.
Né le
Banche di circolazione, di puro interesse privato, e senza privilegi di
sorta, sono per se stesse causa delle crisi commerciali.— Sono i
crediti imprudentemente accordati ed esageratamente, che danno luogo
alle crisi, e spesso anche l'eccessiva abbondanza di speculazioni, e
non già l'emissione indefinita di biglietti: giacché quest'ultima è
semplicemente relativa alla circolazione, mentre il credito esagerato
appartiene al capitale: fin dal momento in cui il capitalista mette in
commercio più di quello che possiede, compra per più di quello che può
pagare, investe in collocazioni fisse più di quello che potrebbe, vi è
la probabilità, se non la certezza, del fallimento: e quando ciò è
praticato generalmente le crisi scoppiano quasi istantaneamente per
cause spesso frivolissime. — I biglietti di Banca emessi non possono
essere causa di questa stravagante mania dj commerciare: ma bensì è la
smodata passione del guadagno che spinge il commercio ad intraprese in
cui il capitale supposto supera grandemente quello che realmente si
possiede, nella fiducia di ottenere un reddito tale da coprire non solo
il capitale effettivamente investito, ma anche quello fittizio, creato
momentaneamente dal credito (1).
Dalle cose rapportate risulta che
noi riteniamo essere le Banche di circolazione importantissime: esse
debbono appartenere ad una sfera d'azione di privati, com'è la nostra
Banca nazionale, ma non debbono godere di privilegio esclusivo, e
debbansi estendere le succursali in tutte le provincie laddove
l'interesse proprio vi spinga la Banca Nazionale.
I Banchi di
deposito che nelle provincie meridionali ancor sussistono appartenendo
al Governo possono cessare dal far concorrenza ai privati colla Cassa
di Sconto, e però dovrebbero rimanere quello che erano anteriormente,
cioè semplici Banchi di deposito e pegnorazione. — Dovrebbesi togliere
la facoltà dello sconto; facoltà che essendo per la natura stessa di
quei Banchi limitatissima, non può servire al commercio, ed invece
serve a quelli stessi che l'amministrano, i quali unicamente ne
fruiscono i vantaggi. X. Y.
(1) Il Presidente degli Stati
Uniti d'America accusava le 1400 banche che si trovano in quei Stati,
con amplissime facoltà di emettere biglietti, quali cause occasionali
che agevolano l'esecuzione d'intraprese che altrimenti non avrebbero
luogo. Ma non già perché avvengono delle crisi bisogna distruggere le
Banche: sarebbe questo un insolito modo di ragionare.
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