PRINCIPI DELLA SCIENZA |
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Si
tratta de' banchi — Origine de' banchi: in che primamente
consistettero, come ampliarono la loro opera. Non è esatta la
distinzione che comunemente si fa de' banchi di deposito, e di quelli
di circolazione e sconto. Qualsiasi banco ancorché di mero deposito non
va disgiunto dall'effetto della circolazione e dello sconto, e
viceversa—I banchi prendono nome dall'obbietto principale che hanno di
mira o dalle principali loro occupazioni. Il nome e la qualità che
assumono non influiscono veramente ad estendere o restringere le
operazioni alle quali intendono —Natura de' banchi—Differenza che passa
tra la carta de' banchi detti di deposito, e quella de' banchi di
circolazione e sconto — Capitale de' banchi—Chi può instituirne —
Necessità de' banchi in ogni nazione — Si reassumono i vantaggi che da'
banchi derivar possono non meno al pubblico che alla finanza dello
Stato— Quale debbe essere l'andamento de' banchi, e come acquistano
credito e fiducia—Agevolazioni e favori de' governi a' banchi privati —
Casi ne' quali è realmente utile la carta emessa da' banchi, limiti ne'
quali debbe contenersi, suo abuso.
La curiosità degli
storici non ha potuto rinvenire nelle memorie de' popoli antichi
instituzioni di banchi che tanto si sono usate e si adusano presso i
moderni, e che ormai si sono rese indispensabili nell'andamento della
privata e pubblica economia (1). Si ha memoria di banchi solo dal
decimo secolo dell'era corrente, e sono interamente invenzione de'
popoli italiani, che in quel tempo e per più secoli dopo furono innanzi
a tutti nell'industria e nel commercio. La loro origine derivò
dall'idea di depositare, far custodire quel danaro che gl'individui non
credendo sicuro presso di se medesimi affidavano ad altri. La scritta
che rilasciava colui o coloro cui era affidato il deposito, essendo
segno effettivo di moneta, faceva evitare il material trasporto del
danaro, e costituiva un credito tale che poteva facilmente cedersi e
realizzarsi.
Crescendo le relazioni sociali, in ispecialità
quelle del commercio interno ed esterno, naturalmente surse il
pensiero, e si vide la utilità che da' cennati depositi risultar
potesse sotto di un doppio aspetto; l'uno che le scritte di credito del
seguito deposito al pari delle lettere di cambio fossero vantaggiose
per le contrattazioni,
(1) Si e parlato del tempio di
Delfo o di altro simile nome luoghi di deposito, ove i Greci
custodivano il pubblico danaro. Ma siffatti depositi sono ben lungi di
potersi paragonare a' moderni banchi. Soltanto è da rummentarc che
Senofonte proponeva agli Ateniesi una instituzione formata per
associazione, la quale non ebbe mai effetto, e che potrebbe avere
qualche somiglianza co' banchi detti di sconto.
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e
in generale per agevolare il corso e la circolazione non meno della
metallica moneta che di qualsiasi cosa: l'altro che senza
alterare gran fatto la natura del deposito, si potesse ritrarre partito
dal danaro depositato, e da coloro che di esso rispondevano, e da
quelli che il richiedessero a prestanza o per altri usi.
Di modo
che molti capitali che prima restavano oziosi, cominciarono ad essere
operosi ed a coadiuvare quelle intraprese che diversamente non
avrebbero potuto effettuirsi. I primi banchi furono opera di privati, e
riposavano in tutto sulla scambievole fiducia e confidenza;
l'esperienza fece si che i governi ne stabilissero per proprio conto, o
ne guarentissero, o vi s'interessassero. Fu pure una necessità che per
evitarsi frodi e fallimenti che si erano resi frequenti, i governi
ingiugnessero che non potessero i privati aprire o tener banchi senza
dare idonea malleveria e guarentigia. Non è dello scopo di questa opera
narrare le vicende de' banchi più celebri, ognuno potendole conoscere
da' tanti libri che all'uopo si son messi a stampa. Quindi è
agevolissimo sapere che Venezia fu la prima ad instituire nel 1171 un
banco guarentito dal governo; che Genova fece lo stesso nel 1107; che
in molti luoghi d'Italia e segnatamente in Napoli i monti di prestanza
si andarono convertendo in banchi per raffrenare l'usura (1), il quale
esempio fu pure in altri luoghi imitato; che venne eretto il banco di
Amsterdam nel 1609, quello di Amburgo nel 1619, quello d'Inghilterra
nel 1694, quello di Scozia nel 1695, quello d'Irlanda nel 1783, e così
man mano quasi tutti gli Stati di Europa hanno avuto banchi (2). Come
altresì non riesce difficile conoscere i molti capitali che si unirono
ne' principali banchi, le loro grandi operazioni, ed anche i rovesci
che soffrirono.
Comunemente si distinguono i banchi in due specie,
quelli di deposito, e quelli di circolazione e sconto, i quali sono
anche addimandati casse di sconto; ma come non è facile dare della voce
banco un' esatta definizione, così torna del pari difficoltoso il
distinguerne accuratamente le diverse specie. L'origine de' banchi è
stato il deposito: ma a poco a poco ampliarono la loro opera: quindi
non è sempre possibile che un banco si costituisse strettamente per
semplice deposito, avvegnaché il danaro in esso deposto o una sua parte
sempre s'impiega in designati obbietti, onde se presta, se peguora,
naturalmente addiviene di sconto. Inoltre ove pure le carte che emette
sieno meri attestati o fedi del deposito in esso fatto, queste carte
avendo credito, servendo alla circolazione, e girando e tornando a
girare per mezzo di cessione o trasferimenti, fanno sì che qualsiasi
banco di deposito non va disgiunto dallo scopo e dall'effetto della
circolazione.
Infatti i primi banchi furono come ho detto
di deposito (3); ma appena estesero le loro intraprese divennero di
circolazione e di sconto (4). Vi sono attualmente banchi che conservano
moltissimo dell'antica instituzione di deposito (5); altri sono di
duplice qualità, deposito e sconto; altri comprendono deposito, sconto
e circolazione, né è raro che vi si uniscano altre operazioni di
industria, commercio o traffichi di diversa natura.
Vogliono
adunque i banchi prender nome dall'obbietto principale che hanno di
mira o dalle principali loro operazioni, per lo che possono esser
qualificati in quelli propriamente detti di deposito, di sconto, di
circolazione, di prestanza, di pegnoramento, di commercio, d'industria,
d'agricoltura o detti altrimenti territoriali o del credito fondiario.
Di maniera che il nome o la qualità che assumono non influiscono
veramente ad ampliare o a restringere le opere alle quali possono
intendere. Sono i banchi comunque si riguardano delle instituzioni di
credito costituite da unione o deposito di capitali che s'impiegano non
solo ad agevolare la circolazione ed il corso della moneta, ma altresì
a dare aiuto a varie intraprese, sia prestando, sia anticipando sopra
effetti che han valore e che si danno in pegno, sia accreditando carte
che rappresentano un valore, sia prendendo parte diretta in alcuni
traffichi e obbietti industriali e commerciali. Se non che deve sempre
farsi una essenziale differenza; alcuni banchi destinati più
particolarmente a ricever depositi non altre carte emettono che quelle
che fanno fede del seguito deposito, o per meglio dire della effettiva
quantità di moneta che si è depositata, e queste carte rappresentando
un positivo valore delle monete ne hanno tutto il credito.
(1)
Otto banchi in questo modo s'instituirono in Napoli e furono quello del
Popolo nel 1589, quello della Pietà nel 1575, quello dell'Annunziata
nello stesso anno, quello dello Spirito Santo nel 1591, quello di S.
Eligio nel 1396, quello di S. Giacomo e Vittoria nel 1597, quello de'
Poveri nel 1600, quello del Salvatore nel 1640.
(2) Per la Francia
è notissimo il banco instituito da I.aw nel 1716. La banca attuale ha
avuto veramente la sua instituzione nel 1806. Gli Stati Uniti di
America non prima del 1816 fondarono la loro banca.
(3) Il più famoso banco di deposito fu quello di Amsterdam.
(4)
La banca d'Inghilterra propriamente fu la prima che s'instituì colla
triplice qualità di deposito, circolazione e sconto, vale a dire che
più degli altri, estese la sua opera.
(5) I banchi che più
conservano l'idea del deposito sono quelli di Napoli. Non di meno a
quello detto di Corte è aggiunta una cassa di sconto. Quello detto de'
privati impiega parte de' suoi fondi nella pignorazione di vari
obbietti. I banchi di Napoli sono tuttavia una singolare ed utilissima
instituzione che molto differisce da quella degli altri paesi. Di essi
ho trattato distesamente nell'intero capitolo IV del lib. II della
scrittura, principi del credito pubblico.
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Il
banco intanto si vale delle somme depositate e le impiega; il che deve
fare in modo e con tale circospezione e previdenza, che rimanga sempre
in cassa tanta quantità di moneto, per quanto può soddisfare alle
immediate richieste di coloro che si presentassero a dimandare la
restituzione de' depositi.
Non hanno siffatti banchi assoluto
bisogno di un capitale primitivi poiché il loro vero capitale è formato
dalle somme che vi si depositano; ma questo capitale e eventuale,
maggiore o minore secondo la quantità de' depositi e dell'impiego che
di una parte di essi si fa, dovendo l'altra parte, ch'è la principale,
restare assolutamente in cassa per adempire alle richieste di quei che
vogliono ritirare i depositi. Però è necessario che avessero un
capitale stabile (1) per servire di guarentigia non meno ad una parte
de' depositi, che a soddisfare la perdita alla quale il banco può
andare incontro per le operazioni che esegue coll'altrui danaro in esso
"depositato. Per l'opposto quei banchi che sono di proposito destinati
alla circolazione ed allo sconto, hanno assolutamente bisogno di un
capitale primitivo e fondamentale, poiché il loro speciale instituto è
quello di scontare effetti di vario genere, vale a dire ricever carte
di credito, lettere di cambio o altre scritte di valore di commercio, e
ritenerle in pegno per un certo tempo, anticipando su di esse moneta
effettiva o altri viglietti pagabili al latore a vista o a scadenza, e
che han corso o volontario o obbligatorio di moneta, ritenendo però
sulle somme che in questo modo anticipano un interesse che dicesi
sconto. Per siffatti banchi è indispensabile un capitale da servire di
guarentigia maggiore di quello dei banchi di solo deposito, sul
riflesso che le loro operazioni sono più vaste e più soggette a rischi
e perdite. In qualsiasi modo i banchi possono essere formati in tutto
da privati o da corporazioni e col loro danaro, secondo lo statuto che
approva il governo. Può il governo tenerne per proprio conto e per
servire alla finanza; può egualmente o guarentire o prendere parte ed
interesse secondo speciali accordi in quelli deprivati e delle
corporazioni.
Dicemmo che i banchi sono necessari nell'andamento
della privata e pubblica economia, per lo che è d'uopo che nelle debite
proporzioni ve ne sieno in qualunque Stato, grande o piccolo che fosse
(2). I banchi possono ovunque esistere quando sono bene amministrati.
Non la estensione del territorio nazionale o la numerosa popolazione
influiscono al loro andamento, ma le acconce norme secondo che sono
stabiliti, lo scopo che si prefiggono, la scelta delle loro operazioni,
ed il modo di saperle condurre onde se ne ritragga positivo giovamento.
Molti e svariati sono i vantaggi che si ritraggono
da' banchi, e possonsi reassumere ne' seguenti capi. Faciltà a deporre
il danaro in luogo sicuro. Impiego utile dello stesso, onde quel danaro
che sarebbe restato ozioso diventa proficuo, ed il profitto è reciproco
per coloro a cui appartiene il banco e pel pubblico. Migliore
conservazione della moneta, in cambio della quale circola la carta che
la rappresenta, e quindi la specie monetata è meno soggetta ad attrito,
consumo, logoramento, alterazione, frodi, falsità, ritagli. Fanno
evitare il material trasporto del numerario, quindi si evitano pericoli
e spese. La moneta istessa ha sempre un miglior e più costante campione
e guida nelle relazioni de' traffichi e commercio interno ed esterno,
ed in generale in tutte le contrattazioni, come si sperimentò ne'
secoli passati (3).
Danno miglior direzione, e fanno diminuire
l'alta ragione degl'interessi del danaro, mentre di questo agevolano
sempre la circolazione ed il corso. Se non direttamente il più delle
volte indirettamente danno aiuto ad alcune intraprese con prestiti ed
anticipazioni. Sostengono il valore delle carte di commercio, di
cambio, di credito e di altri effetti che in essi si pegnorano e si
scontano. Accreditano in cast di necessità le carte della finanza;
danno spesso a questa potentissimo soccorso sia negoziando i suoi
valori, sia mantenendo con essa conti correnti, o facendo le
anticipazioni, oppure addossandosi alcune sue incumbenze per servizi
del tesoro dello Stato, come ad esempio per fornimenti di varie
materie, per acquisto di preziosi metalli, e per le operazioni e quanto
occorre alla zecca delle monete; come ancora facendo alla stessa
finanza de' prestiti, o negoziando per conto suo quei prestiti de'
quali abbisogna, sia con viglietti che emette o che accredita, sia
altrimenti. Di modo che un banco sovente addiviene cassa centrale del
tesoro dello Stato e del debito pubblico. I banchi adunque allorché
sono molto accreditati e sanno mantenersi nella pubblica confidenza, si
congiungono a tutto l'andamento economico, ed anche sotto alcuni
rapporti all'andamento politico delle nazioni, sicché la loro
floridezza afforza il governo, e viceversa la loro decadenza o il
fallimento è cagione di gravissimi disastri, che secondo i casi
rifluiscono più o meno dentro e fuori di una nazione.
(1) Questo capitale può essere non solo in numerario, ma eziandio in beni fondi, capitali, verghe d'oro o argento ec.
(2)
Non saprei dire con quanta ragione il Verri credeva che i banchi
giovano solo a' grandi Stati e che ai piccoli non sono utili.
(3) Ne abbiamo ragionato ne' cap. I e II del presente libro.
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Ad
esempio la banca d'Inghilterra, ch'è il più gigantesco stabilimento di
questa specie, è tanto immedesimata negl'interessi di siffatta nazione
e nelle relazioni di questa cogli altri popoli, che un crollo di tale
banca segnerebbe una calamità sì universale, che non solo la Gran
Brettagna, ma eziandio gli altri Stati ne risentirebbero più o meno i
funesti effetti.
Sieno comunque costituiti i banchi, o in tutto
da' privati, o dal governo, o in partecipazione da questo e da quelli,
è indispensabile che tutto si ponga in opera per mantenerne sempre la
buona fede ed il credito, come altresì devono essere rettamente
amministrati, ed impiegare in modo tale il danaro, che realmente se ne
ricavi profitto ed utilità. Devono quindi evitare le intraprese o
troppo eventuali o cimentose, circoscrivendosi il più ch'è possibile
ne' limiti della loro instituzione senza forviarne.
Quando i
banchi troppo vogliono intraprendere, lasciano il cerio per seguire
l'immaginario; ed ove pure in qualche occasione per azzardo ritraggano
grandi profitti, son questi poscia seguiti da grandi perdite. Devono i
banchi essere di aiuto alla proprietà, all'industria ed al commercio,
ma non mai intraprenderne essi direttamente lo esercizio, giacché i
banchi come tutte le associazioni e le corporazioni mancano di quella
unità di azione e di esecuzione che all'uopo sono necessarie. Inoltre
se troppo capitali in danaro effettivo impiegano nella negoziazione
delle carte di credito della finanza e de' pubblici prestiti, possono
per le molte eventualità che corrono o perdere moltissimo o fallire.
Egualmente se troppo acquistano di beni e capitali stabili e non facili
a circolare, mancando di pronta moneta nelle occasioni forviano dal
loro scopo e di pochissima utilità riescono.
I banchi pubblici
guarentiti ed amministrati dal governo ispirano maggiore o minore
fiducia a seconda delle vicende a cui questo va soggetto, ed in
generale secondo il credito che gode, i mezzi che ha in suo potere, e
l'interesse del pubblico. Per quanto concerne i banchi costituiti da
persone private, sovente non possono sussistere o estendere le loro
operazioni senza qualche appoggio o agevolazione del governo. Talora
han bisogno di favori e privilegi, i quali se sono malintesi e di
troppo si prolungano, in vece di bene arrecano danno universale o si
convertono in monopolio. In diverse congiunture i governi han venduto,
per così dire, favori e privilegi a' banchi, per averne in ricambio
anticipazioni, prestiti e negoziazioni. Ma tutte queste cose possono e
non possono avere una relativa utilità, e somministrano spedienti di
opportunità pe' quali la nostra scienza non può dettare precetti
pratici.
I banchi di sconto in ispecialtà colle
carte che emettono danno aiuto alla circolazione; ma come abbiamo più
volte cennato vogliono queste carte contenersi ne' limiti della
possibilità per essere sostenute dal credito e realizzate. In generale
il valor nominale dell'intera somma di esse che si pone in corso non
dovrebbe esser maggiore di tutt'i fondi del banco. Può talvolta in
alcuni rincontri un banco emettere viglietti al di là dell'effettiva
guarentigia de' suoi capitali; ma questa operazione ha bisogno di
grande circospezione, e sempre debb'essere condotta in modo tale e con
tale riserva di numerano in cassa, che presentandosi i latori di questi
viglietti venuta la loro scadenza potessero essere soddisfatti; in caso
diverso saranno siffatte carte puramente a vuoto, e mancando il banco
di credito e possibilità, si troverà esposto a pericoli ed anche a
fallimenti.
D'ordinario si calcola la riserva del numerario in
cassa non meno di un terzo in rapporto al valore indicativo di tutta la
quantità de' viglietti posti in circolazione. Ma ad onta di ciò, negli
avvenimenti straordinari di agitazioni popolari, di rivolgimenti
politici, di cria e d'interruzione di commercio, il banco è sempre in
gravi angustie, essendo costretto per pagare e mantenere il credito a
fare infinite negoziazioni che non sempre gli tornano favorevoli. Le
grandi anticipazioni fatte da' banchi a' governi li ha messi nella
necessità di accrescere la quantità de' viglietti; e come questa
operazione riusciva utile a' governi stessi, così han dato a siffatti
viglietti il più delle volte un corso forzato. In altre occasioni, come
abbiamo indicato,i governi si son valuti del mezzo de' banchi per
emettere carte di credito, oppure per sostenere il credito e realizzare
in moneta quelle già poste fuori; ma questi espedienti, pe' quali suole
ripararsi a qualche necessità, se per isventura divengono abituali e di
troppo se ne fa uso, trascinano tutti gli effetti dell'alterazione
della moneta e della carta moneta. E molto più si accrescono
gl'inconvenienti quando molti fossero in un medesima Stato i banchi a
cui fosse dato il potere di battere moneta di carta.
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